EVENTO – “Terra Bruciata!”, il film documentario sulla Resistenza arriva a Campobasso

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CAMPOBASSO – All’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943 si aprì una nuova pagina di storia, una pagina inedita del racconto della Resistenza e dell’invasione tedesca: il dramma delle violenze naziste nel Mezzogiorno.

Un momento importante della storia del nostro Paese che troppo spesso viene dimenticato, a raccontarlo è Luca Gianfrancesco nel suo film documentario “Terra Bruciata!”, uscito nelle sale cinematografiche in occasione della Festa della Liberazione e in arrivo a Campobasso dove sarà possibile vederlo presso il Cinema Maestoso il 5 maggio alle ore 20.

Le testimonianze di coloro che hanno visto con i propri occhi ciò che è accaduto nelle Terre di Lavoro, nella Campania centro-settentrionale, si intrecciano alle interviste degli storici e alla ricostruzione in chiave fiction per fornire agli spettatori un racconto verità di quell’autunno del ’43.

“Nel grande racconto della prima fase della seconda guerra mondiale sul suolo italiano, – spiega Luca Gianfrancesco – i riflettori sono stati puntati, quasi sempre, solo su eventi canonici: lo sbarco alleato in Sicilia, quello di Salerno, le Quattro Giornate di Napoli ed il bombardamento di Montecassino. L’autunno del 1943, con il drammatico passaggio del fronte e la scia di sangue che ne conseguì in tutto il territorio che va dalla provincia nord di Napoli fino a Cassino, è stato inspiegabilmente ‘vittima’ di un colossale lavoro di rimozione. Eppure, in quei tre mesi e mezzo che occorsero agli alleati per raggiungere le pendici di Montecassino sono racchiuse alcune delle chiavi di lettura che, a mio modo di vedere, sono cruciali per comprendere a pieno le dinamiche che trascinarono, in seguito, tutto il paese in quella terribile spirale di violenza che causò più di 20.000 vittime civili”.

“Nei tre anni che sono occorsi a me per raccogliere tutte le interviste e girare le ricostruzioni in costume, – continua il regista – e allo storico Giuseppe Angelone per portare a termine un lavoro di ricerca sistematico sulle dinamiche dei singoli episodi e sulla conta delle vittime, il dato sorprendente è stato trovare tanti ultraottantenni che, a dispetto del silenzio delle istituzioni e di una buona parte della storiografia, da anni non aspettavano altro che qualcuno ascoltasse le loro storie, custodite nella memoria vivida e drammatica di uomini e donne che, a settant’anni di distanza, ricordano con dolore e, in alcuni casi, con rabbia quegli episodi che cambiarono per sempre la loro esistenza”.

La trama. La mattina del 1° novembre 1943, a Conca della Campania, un minuscolo borgo della provincia di Caserta, 19 civili vengono trucidati da una pattuglia di militari tedeschi. Graziella Di Gasparro, figlia di uno dei caduti, lotta da anni per tener viva la memoria di quell’eccidio dimenticato. L’assassinio del padre di Graziella fu il terribile epilogo della brutale occupazione del territorio che l’esercito tedesco mise in essere in tutta la Campania centrosettentrionale, a partire dall’8 settembre, data dell’armistizio. Il casertano – primo territorio italiano ad essere dichiarato “Zona di Operazioni” – dovette sperimentare la devastante onda d’urto delle leggi di guerra germaniche che si accanirono contro la popolazione civile. L’esautorazione delle istituzioni, le razzie dei beni di consumo, il rastrellamento e la deportazione degli uomini abili verso i campi di lavoro in Germania – furono circa 21.000 – la devastazione degli impianti produttivi e delle abitazioni civili sono le condizioni nelle quali maturarono le ragioni che diedero vita alle prime azioni di resistenza organizzate dai civili in Italia.

Dopo le Quattro Giornate di Napoli, a Riardo, un piccolo centro a pochi chilometri da Capua, una banda Partigiana riesce a scacciare con le armi i tedeschi dalla cittadina. Mentre le istituzioni e gli abitanti di Tora e Piccilli, con il silenzio, salvano una cinquantina di ebrei dalla deportazione. È proprio in risposta a questa insubordinazione, ormai diffusa sul tutto il territorio, che i comandi tedeschi danno libero sfogo un inedito campionario di violenze contro la popolazione civile, il primo laboratorio di future violenze che devasteranno il paese. Da qui nasceranno anche alcune delle prime forme di resistenza, ribellione e solidarietà, segni del nostro ‘Secondo Risorgimento’, da cui nascerà l’Italia democratica. La lotta di Graziella di Gasparro, dopo oltre 70 anni dalla strage di Conca, può trovare oggi la sua vendicazione.

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