GIUNTA – Quattro assessori, la Romagnuolo va alla presidenza del Consiglio. Il quinto assessore tra qualche giorno

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CAMPOBASSO – Quattro assessori nella nuova Giunta regionale, ora è ufficiale: Cotugno Niro Cavaliere e Di Baggio.

Aida Romagnuolo della Lega andrà alla votazione dell’aula per arerivare alla presidenza del Consiglio regionale con i voti ovviamente 12 della maggioranza rinunciando così al posto di assessore come aveva preannunciato in un primo momento. Se La Romagnuolo sarà votata dall’assemblea di via IV novembre il quinto assessorato per il momento congelato, spetterà all’Udc e perciò all’Udc a Salvatore Micone. Resta da decidere per il posto da sottosegretario che Toma reputa di grande prestigio e di valore politico che tutti hanno rifiutato sin qui.

Un esecutivo sotto la lente di ingrandimento perché come ha sottolineato il presidente Toma nella conferenza di stamane, ogni sei mesi ci sarà una verifica sul lavoro prodotto da ognuno  con il rischio quindi anche di essere revocati dall’incarico. Un metodo quello scelto dal neopresidente Toma uguale al D’Hondt o di media ponderata che tiene presente la volontà popolare seguendo il principio che nessuno sarebbe stato letto in Consiglio senza i voti ottenuti da tutti i candidati delle liste. Assessori, Perciò, con decreti già firmati che ancora non hanno avuto le deleghe di cui il neo governatore ha annunciato che sanità programmazione bilancio e finanze rimarranno in capo a lui.

“Mi sarebbe piaciuto inserire una quota rosa nell’esecutivo anche se lo Statuto non lo prevede – ha detto Toma- ma La Romagnuolo mi ha manifestato il desiderio di vole ricoprire la carica di presidente del Consiglio per problemi interni alla Lega di cui io non voglio commentare e  certamente condotti a conclusione nelle prossime ore, quindi nessun giallo su questa vicenda”. Il neogovernatore parla anche di una figura esterna, un assessore che avrebbe voluto nominare  nella nuova  Giunta per la valutazione e gestione del patrimonio immobiliare della Regione rimasta anch’essa congelata mentre resta vuota la casella del sottosegretario che nessuno vuole accettare e che però non percepisce indennità aggiuntiva a quella da consigliere.

Rimangono fuori dall’esecutivo Quintino Pallante di Fratelli d’Italia che avrebbe abbandonato la riunione di maggioranza di qualche giorno fa e Iorio, assente, avendo già avvertito la sua esclusione, eletto ma sospeso tranne provvedimenti ultimi per 18 mesi secondo la legge Severino. Toma tiene a spiegare che l’ex presidente della Giunta regionale aveva fatto proposte e richieste che il tavolo della maggioranza non ha accettato fuori quindi dalle regole del metodo di scelta dei rappresentanti per l’esecutivo. Assessori scelti, perciò, secondo alcuni calcoli messi in pratica dallo stesso neopresidente sulla base della rappresentatività delle liste e non dei voti ottenuti mentre su  alcuni accordi presi nelle sedi nazionali dei partiti, come quello per Fdi, dichiara di non conoscerli ugualmente ad altre forze politiche in forza alla maggioranza che certamente non avrebbero avito alcuna difficoltà a riconoscerli nel caso  avessero dato loro la giusta validità i partiti della coalizione.

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