
CAMPOBASSO – C’è un obbligo di comunicazione per tutti gli operatori addetti alla produzione deposito trasformazione e distribuzione di materiali e oggetti a contatto con gli alimenti (Moca) all’autorità sanitaria competente per territorio.
“L’obbligo di comunicazione – sostiene il direttore di Confcommercio Molise, Irene Tartaglia – permette di creare un database nel settore dei Moca e le autorità sanitarie potranno così svolgere attività di controllo ufficiale degli stessi. A essere interessati da questa normativa sono produttori, operatori della distribuzione all’ingrosso di materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti”.
Sotto la sigla Moca Che si possono riassumere gli utensili da cucina e da tavola, stoviglie, pentole, posate, piatti, bicchieri, spatole, palette, cucchiaini, imballaggi e materiali da imballaggio (pellicole, fogli, imballaggi vari, sacchetti, tappi, supporti metallici, film e pellicole di confezionamento). E poi ancora imballaggi e contenitori di plastica, recipienti e contenitori (coppe, vassoi, vaschette, secchi), macchinari e impianti industriali, macchinari e attrezzature per la trasformazione degli alimenti.
Confcommercio Molise ricorda che la normativa -entrata in vigore lo scorso 31 luglio- per le nuove imprese, la comunicazione va fatta contestualmente all’inizio dell’attività. Ogni azienda deve inoltre essere dotata di un protocollo di autocontrollo del processo produttivo degli oggetti indicati, in modo da garantire sempre tracciabilità e rintracciabilità. La comunicazione, una per ogni sede operativa gestita, da normativa va inoltrata al Suap competente per territorio, in riferimento alla sede operativa dello stabilimento. Lo sportello invierà poi il tutto all’Autorità sanitaria.
Le sanzioni per chi non adempie all’obbligo di comunicazione vanno da 1.500 a 9 mila euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA