CAMPOBASSO – Mobilità in deroga, per i lavoratori dell’ex Ittierre, è stata un’altra giornata di protesta presso la sede del Consiglio regionale convocato come programmato.
Niente di fatto per loro dopo qualche incontro nell’anticamera di palazzo D’Aimmo con il presidente del Consiglio Micone, come era prevedibile, e l’unica promessa è stata quella di prevedere una seduta monotematica da qui a 10 giorni. Che poco potrebbe risolvere se non di elaborare, sulla carta, un percorso di ricollocamento, dove…. non si sa.
Nulla di fatto, diciamo ancora, perché l’unica pressione che la Regione in questo momento può esercitare attraverso i suoi rappresentati presenti nelle due Camere a Roma rimane quella della formulazione insieme ad altre forze parlamentari interessate dallo stesso problema, di un emendamento al Decretone e quindi al Bilancio ammesso che ci possano essere le coperture finanziarie e la volontà politica di maggioranza di Governo per un provvedimento che a livello nazionale dovrebbe successivamente provvedere a una spesa di oltre 1,5 miliardi di euro. Altre scelte non se ne intravedono e qualsiasi promessa resta nella giostra delle parole al vento buttate nelle piacevole tempesta del populismo irresponsabile e di una politica che non può più permettersi ad oltranza tali atteggiamenti.
Il Molise, stando con i piedi per terra, ha bisogno di ulteriori 10 milioni di euro in aggiunta ai 9 milioni già ricevuti per mobilità e cassa integrazione. Dovranno tappare i buchi mai chiusi da politiche serie del lavoro appartenenti a vecchie e nuove situazioni industriali finite in concordati e fallimenti ancora a oggi tutti aperti. Gam in testa a seguite l’ex azienda tessile di Pettoranello. Impegni che la Regione realisticamente comunque non può sopportare attingendo dalle proprie Finanze e per le quali non sa come effettivamente risolvere pienamente. Ovviamente in tempi più a ritroso potevano e dovevano essere utilizzati altri tipi di consapevolezze e impegni soprattutto quelli riferiti alle contrattazioni sui tavoli della Conferenza Stato Regione e quindi degli assessori al lavoro. Per le aree di crisi complesse tante sono state le occasioni per mettere qualche pezza in più alle esigenze e ai problemi del lavoro in Molise e alla drammaticità di alcune crisi aziendali e quindi sociali che avrebbero già dovuto avere un supporto straordinario finalizzato alle politiche attive del lavoro anche quelle che avrebbero potuto deviare in un canale di aiuto per quei paracaduti sociali e investimenti oggi più difficili da finanziare o perché il Governo preferisce altri strumenti sociali di sostegno quali il reddito di cittadinanza o perché realisticamente non ci sono le risorse sufficienti per mettere riparo a tutto. Il Governo e le Regioni aspettano lo sbloccantieri, la quota 100 legata in particolare ai pensionamenti ai turnover per recuperare posti e in questa direzione promettono. Sui ricollocamenti ci andrei piano. Chiediamo. Ma quelli per aziende decotte proposti qualche anno fa per i Comuni dove sono! Basta allora creare false illusioni e promesse a chi deve portare lo stipendio a casa e non ce l’ha. Si spieghi con la faccia rivolta alla realtà e si avviino iniziative con risorse pronte quelle che si hanno, quelle che possono essere investite in tempi brevi controllandone sistematicamente e rigidamente le ricadute. Troppi gli annunci di piogge di milioni di euro, ma quali sono i risultati di tanta manna caduta dal cielo?
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