CAMPOBASSO – A 50 anni dall’elezione del primo Consiglio regionale che ricorrerà fra qualche mese e in vista di fine anno chiusura di una stagione amministrativa, il presidente dell’Associazione degli ex consigliere regionali Gaspere Di Lisa suggerisce una traccia su cui incamminarsi per salvare l’autonomia regionale e soprattutto l’identità di una regione che potrebbe scomparire sotto il progetto di un futuro che tarda sempre più a concretizzarsi attraverso azioni che coinvolgano settori produttivi comunità programmai e progetti di ogni settore per la ripresa dello sviluppo territoriale e per riportare quella fiducia sociale che limiti o eviti lo spopolamento e confini la poca valenza politica e contrattuale di cui la Regione si avvale agli occhi del Governo nazionale.
Come dice Di Lisa sarebbe opportuno mettere in campo e contrattare con il carisma politico, se c’è ancora, degli anni ’80 un Programma di sviluppo regionale che con la Giunta DAimmo diede la svolta alla ripresa della Regione con una serie di infrastrutture e servizi che hanno rappresentato per anni il motore dell’economia molisana e del benessere delle comunità.
Di Lisa in una lettera inviata ad, Assessori e Consiglieri regionali, alle forze sindacali, economiche e sociali, oltre che a tutti i vertici istituzionali della sicurezza, dell’istruzione e della cultura del Molise così spiega il suo pensiero.
“Il Molise potrà dimostrare di avere ancora notevole vitalità aperta ai vertici istituzionali della Regione se sarà capace di esaltare quelle valenze territoriali, quelle che nel Paese lo differenziano per identità, cultura, risorse umane, fisiche, energetiche, artistiche e storiche: fattori questi di assoluta positività, per sostenere di meritare la sua autonomia, perché capace di superare gli ostacoli che si oppongono al progetto di futuro”. Così Gaspero Di Lisa”,
Voce degli ex consiglieri regionali che dal 1950 si sono seduti sui banchi di palazzo D’Aimmo osserva ancora.
“Gli ex Consiglieri, rispetto alle minacce da più parti avanzate sulla perdita di un’autonomia, da taluni ormai ritenuta inutile per lo sviluppo di questa terra, e in relazione ad episodi di arretramento della presenza delle istituzioni dello Stato, in una logica riorganizzativa che umilia e danneggia il territorio regionale, hanno voluto levare la loro voce, consapevoli che nessuno potrebbe perdonarci o giustificarci se rispetto a queste condizioni stessimo in silenzio, lasciando tornare i molisani alle condizioni da loro vissute negli anni Cinquanta del secolo scorso”.
“Sarebbe –continua Di Lisa– un colpevole silenzio, un tradimento delle legittime speranze delle giovani generazioni. Se non difendessimo quelle ragioni e quella stagione, in cui la classe politica raccolse l’appello dei nostri genitori e il Parlamento approvò il distacco dall’Abruzzo con legge costituzionale n. 3 del 27 dicembre 1963, verremmo meno al dovere di testimonianza e di fedeltà al mandato espletato, tacendo una storia di grande portata civile”.
Il Presidente Di Lisa, ricordando il percorso culturale, sociale e politico compiuto dalle forze più sane del Molise rilancia la necessità di attivare la parte dello Statuto che prevede che “La Regione definisce le strategie dello sviluppo sociale ed economico mediante il piano regionale di sviluppo e gli atti di pianificazione territoriale e valorizzazione ambientale”.
“Il tutto in una logica di intensa collaborazione con gli enti locali. Memore delle esperienze degli anni ’80, l’Associazione ritiene che il Piano regionale di sviluppo oggi più che mai sarebbe uno strumento di pianificazione e programmazione in cui compiere scelte di campo, definire gli obiettivi, prendere atto delle difficoltà ma anche dei punti di forza del territorio e della popolazione. Il tutto disegnando una nuova strada di sviluppo comune, condivisa, coerente con il periodo storico che si sta vivendo e capace di invertire la rotta di un declino che si sta toccando con mano da più parti, soprattutto con lo spopolamento e la ripresa della fuga dei giovani, volti nel resto dell’Italia o all’estero, alla ricerca di opportunità di lavoro che la propria terra non offre loro. La scrittura del Piano regionale di sviluppo, con l’apporto del mondo universitario, della cultura e istruzione in genere, delle istituzioni locali o comunque impegnate sul territorio, e di tutti i portatori di interesse, sarebbe un modo di dare nuovo slancio e compimento all’autonomia regionale.
L’Associazione degli ex Consiglieri regionali attribuisce la pesantezza odierna della situazione socio economica soprattutto alla mancanza di una visione efficiente della istituzione regionale.
“Per oltre trenta anni –rileva, infatti, Di Lisa– il Molise è cresciuto, ha riscattato il proprio ruolo nel contesto nazionale e ha consentito ai suoi residenti di sentirsi titolari di diritti paritari come quelli dei residenti in altre regioni d’Italia. Pertanto sentiamo forte il dovere, per l’attenzione dovuta alla sofferenza sociale , di levare alta e forte la voce contro i disfattisti e gli irresponsabili sostenitori di ipotesi assurde o di pericolosi quanto nuovi indefiniti assetti ed invitano, coloro che amano questa terra, a spiegare a se stessi e agli altri, come e perché il Molise, che è cresciuto negli nell’ultimo trentennio del secolo scorso, oggi non deve aver paura di affrontare il suo futuro, malgrado attraversi una stagione di progressiva decrescita, che sembra inarrestabile”.
“Per risolvere problemi di questo genere –conclude Di Lisa-, ci soccorrono la Costituzione e lo Statuto! Ma non basta solo avere questi strumenti (nel cassetto), come documenti disponibili. Bisogna attuarli e farli valere in tutto e per tutti! Quindi le funzioni e i poteri vanno esercitati e gestiti con il crisma dell’auctoritas, effetto della sovranità, che il popolo col voto conferisce agli eletti, affinché presidino le istituzioni in cui siedono e portino benessere nei territori di rispettiva giurisdizione”.
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