CAROVILLI – Schianto caccia militare, capitano condannato a risarcire 300mila euro

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CAROVILLI – Costerà carissima la manovra spericolata effettuata dal pilota originario di Carovilli dell’Aeronautica Militare che nell’agosto 2014 si schiantò su una collina del paesino della provincia di Isernia.

Il 41enne capitano è stato infatti condannato a risarcire il Ministero della Difesa per 300.000 euro.

Ed è andata anche bene allo ‘spericolato’ pilota che ha rischiato di dover indennizzare lo Stato per quasi 4 milioni di euro, come in effetti aveva richiesto la Procura regionale del Molise della Corte dei Conti.

I fatti si riferiscono al primo agosto 2014, quando l’allora 35enne – stando alle sentenze penali e alla sentenza numero 3/2020 della Corte dei Conti – pensò bene di deviare la rotta per fare un passaggio sul suo paese d’origine, Carovilli. Qualcosa andò storto, ed il velivolo militare precipitò al suolo. Il pilota fortunatamente si lanciò poco prima con il paracadute, rimanendo dunque illeso.
Subito scattarono le inchieste del Tribunale militare e della Procura di Isernia. A seguito delle quali si era attivata di conseguenza la Corte dei Conti, che nei giorni scorsi ha pertanto sentenziato condannando il capitano.

Dall’esame degli atti trasmessi, hanno riferito i magistrati contabili, è emerso che era in programma una missione di trasferimento per il giorno 1.08.2014 dall’Aeroporto Militare di Pratica di Mare (RM) con destinazione l’Aeroporto Militare di Istrana (TV), finalizzata al ritiro e al caricamento di artifizi pirotecnici necessari alla dimostrazione in volo”. Il pilota, però, arbitrariamente pensò bene di deviare la rotta per passare in Molise, probabilmente come gesto di saluto ai suoi concittadini. Dunque, “il velivolo militare, a seguito dell’esecuzione di alcune manovre acrobatiche a bassissima quota ed al di fuori dei limiti operativi consentiti, precipitava su di una collinetta boscosa, in località Fratangelo, ad 1 Km a sud-est del Comune di Carovilli, andando completamente distrutto”.
Secondo la Procura, a seguito di detti accadimenti, “si sarebbe determinato un danno all’erario pari complessivamente ad euro 3.754.205,62, di cui euro 3.642.727,83 quale valore del velivolo, euro 2.403,54 per il valore del carburante, euro 89.228,00 per costi di rimozione rottami ed euro 19.846,25 per danni da disservizio”.

Tra le altre cose, il Tribunale militare di Roma ha condannato il pilota “alla pena di anni uno e mesi tre di reclusione militare, spese e conseguenze di legge, ivi compresa la rimozione del grado”.
In merito al piano di volo, l’accusato si era difeso affermando che “lo stesso era stato inoltrato come volo VFR (regole del volo a vista) secondo regole GAT (traffico aereo generale) che, dopo Frosinone, si svolgeva in spazio aereo di classe GOLF (spazio aereo libero ovvero non controllato). In tali spazi aerei un volo VFR GAT può essere condotto liberamente anche senza piano di volo ed anche senza contatto radio. In uno spazio aereo di classe Golf non vi sono enti di controllo. Ma solo enti (FIC/FIS) che forniscono informazioni di traffico e servizio di allarme”.

Nonostante ciò, la Procura regionale della Corte dei Conti ha sostenuto che il militare, “in spregio ed in contrasto con elementari obblighi di servizio” si sarebbe diretto, “deviando dalla rotta autorizzata”, “presso il centro abitato di Carovilli e, al di sopra dello stesso, in spregio alle più elementari regole di servizio e di cautela che i suoi superiori gerarchici hanno dichiarato invece che sussistessero, ha effettuato manovre acrobatiche e pericolose, ingiustificate ed ingiustificabili, effettuate con parametri di volo inidonei per evitare l’assunzione di condizione di volo irrecuperabile, causando l’incidente di volo sopradescritto che determinava la distruzione dell’aeromobile militare AMX, in assenza di concause attribuibili a ·fattori tecnici o ambientali”.

In particolare, quanto alla violazione del piano di volo, la Procura regionale ha evidenziato che, secondo la menzionata sentenza del Tribunale militare di Roma, “la deviazione di rotta compiuta in assenza di qualsivoglia causa oggettiva esterna (es: condizioni meteo, presenza di altri velivoli), od interna al mezzo {es: guasti e malfunzionamenti), fu del tutto volontaria e, comunque, non dovuta alla sussistenza di un giustificato motivo. A evitare al 41enne una stangata ancora maggiore è stato, tra le altre cose, il salvataggio in mare di una signora in contesto estraneo ai suoi doveri di servizio.

Insomma, i magistrati contabili hanno optato per “ricondurre i fatti di causa, pure oggettivamente di notevole gravità, nell’alveo di una condotta occasionale di esibizione di una malintesa esuberanza militaresca, che il Collegio non ritiene giusto segni in maniera sostanzialmente irreversibile, attraverso una ingentissima condanna risarcitoria (che peraltro si aggiungerebbe alle condanne penali già riportate), la situazione economico-esistenziale dell’ufficiale”.

Alla luce di ciò, la Corte dei Conti ha quantificato il danno all’erario da risarcire in complessivi euro 300.000,00 comprensivi di rivalutazione monetaria. Importo che sarà devoluto in favore del Ministero della difesa – Aeronautica militare.

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