POLITICA – Debiti INPS, Patrizia Manzo (M5S): “Di Lucente sbaglia bersaglio”

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CAMPOBASSO – Dopo il comunicato fatto circolare dal consigliere Andrea Di Lucente (qui l’articolo), Patrizia Manzo risponde con toni accessi puntando il dito verso il collega che “per attaccare politicamente il ‘suo’ già presidente, preferisce usare me chiamandomi in causa in maniera pretestuosa ed errata”.

“Ha davvero poca fantasia il collega consigliere Andrea Di Lucente – afferma la Manzo –, che, spiace dirlo pubblicamente, non brilla nemmeno per coraggio: tirare in ballo sempre e solo il MoVimento 5 Stelle per regolare i propri conti politici interni è diventata ormai il suo refrain quotidiano. L’unico, purtroppo.

andrea di lucente

Andrea Di Lucente

Nato politicamente nell’orbita ioriana, con un passato istituzionale dal peso rilevante e sempre circoscritto nell’emisfero del centrodestra locale, nel 2018 candidato alle Regionali nello stesso schieramento di Michele Iorio di cui è collega in maggioranza, il consigliere Di Lucente, per attaccare politicamente il ‘suo’ già presidente, preferisce usare me chiamandomi in causa in maniera pretestuosa ed errata.

Oggi il motivo dei suoi strali è legato ai famigerati 86 milioni di debito che la ‘sua’ maggioranza di centrodestra un tempo ha generato, una voragine con l’Inps certificata da una sentenza della Corte di Cassazione che si fonda su una decisione assunta dal ‘suo’ ex presidente della Regione. Ma pur di evitare persino di nominarlo, Di Lucente preferisce soffermarsi sul fatto che io non abbia inteso sottoscrivere la mozione di cui è stato estensore e che dovrebbe, nelle intenzioni, fare chiarezza – convocando un consiglio monotematico – sulle motivazioni del debito milionario che si abbatte su tutti i molisani e discendente dalla decisione di sospendere i contributi previdenziali a seguito del terremoto del 2002.

Mentre Di Lucente, da settimane, è impegnato a scrivere la mozione e a studiare come attaccarmi, dimenticando (ma forse allora era distratto da impegni più urgenti) che nel corso della passata legislatura il tema è stato affrontato ed è diventato una legge (che il suo assessore di riferimento ha votato), senza strepiti e con le modalità istituzionali più consone, ho chiesto e ottenuto una serie di atti che mi permettono di ricostruire la vicenda e che sarò ben lieta, se è interessato, di mostrargli.

In questa sede, però, a fronte delle accuse precise che Di Lucente muove, mi preme spiegare al consigliere di maggioranza che non ho né bisogno né necessità di farmi dettare l’agenda politica da un esponente del centrodestra che adesso, per motivi e aspirazioni personali, ha bisogno di gettare fango sugli altri pur di emergere.

Io non parlo ‘a comando’, quando lo decide il consigliere di centrodestra Andrea Di Lucente. Se il fustigatore dei costumi altrui vuole farsi spazio, conquistare la propria visibilità politica e arrivare al suo obiettivo, cioè liberarsi politicamente di chi lo ha creato, liberissimo di procedere. Ma lo faccia con coraggio e senza nascondersi dietro un dito, agitando l’ipotesi del complotto e degli accordi sottobanco. Anche perché, ad onor del vero, è evidente dal tenore delle sue dichiarazioni che il ‘colpevole’ Di Lucente lo abbia già trovato ma preferisca non esplicitarlo.

Restando nell’ambito delle responsabilità politiche e delle ricadute delle scelte operate in passato e lasciando da parte il giustizialismo che non mi appartiene, ricordo a Di Lucente che il problema l’ho posto io, nel corso di quella trasmissione che ha citato e alla quale abbiamo partecipato entrambi. E, come è possibile anche verificare, il collega Di Lucente ha dichiarato, sempre in quella sede, la disponibilità a sottoscrivere la mia richiesta di chiarimenti al presidente della Regione Toma.

La mia mancata sottoscrizione della richiesta del collega Di Lucente non lo legittima sicuramente a libere interpretazioni sul mio modo di voler affrontare, a livello istituzionale  e politico la questione”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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