VENAFRO – Anniversario bombardamento del 15 marzo 1944, commemorazione delle vittime civili

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COMMEMORAZIONE – Il 15 marzo 1944 un tragico errore coinvolse la cittadina di Venafro.

Durante il bombardamento che portò alla distruzione della città di Cassino e a quella completa del Monastero, ci fu il fatale e grossolano errore: una formazione di fortezze volanti scambiò Monte Santa Croce sotto cui è arroccata la città di Venafro, per Montecassino e Cassino e lanciò il suo carico micidiale di bombe; una seconda, vedendo il fumo e ritenendo che quello fosse il bersaglio, ne seguì l’esempio; e così altre ancore per non meno di mezz’ora.

Fu una scena apocalittica: venne colpita la zona nord della cittadina, «quella che da Portanova va verso l’antica cattedrale e si adagia sulle pendici del monte, tra gli orti verdeggianti e gli agili campanili delle Chiese di Cristo e dell’Annunziata, Chiese che custodivano le memorie più care del popolo venafrano».

Quest’anno, purtroppo, la solenne commemorazione del bombardamento aereo alleato avvenuto il 15 marzo 1944, non si è potuta celebrare per via delle misure restrittive adottate dal Governo per il contenimento del virus COVID-19.

Ma il sindaco di Venafro, Alfredo Ricci, ha comunque voluto ricordare in modo inedito, le vittime del bombardamento: “Un ricordo va, quest’anno in questa modalità inedita, a coloro che morirono nel bombardamento alleato, ferita mai guarita nella storia della nostra comunità. Venafro pianse, ma poi, con forza e responsabilità, seppe rialzarsi e rinascere. Oggi come allora le nostre abitudini sono state sconvolte da un evento assolutamente imprevisto. Oggi come allora sapremo venirne fuori con forza e RESPONSABILITÀ. Ma lo sforzo di responsabilità che oggi ci viene richiesto è molto più semplice di quello che 76 anni fa dovettero affrontare i nostri nonni e genitori. Oggi dobbiamo semplicemente RESTARE A CASA! Non sottovalutiamo questa indicazione, neanche in questa domenica primaverile. Il sole e l’aria avremo modo di prenderli in seguito. RESTIAMO A CASA, nel ricordo di quei Venafrani a cui nel marzo 1944 si imposero ben altri sacrifici. Insieme, uniti, ce la faremo. ANDRÀ TUTTO BENE”.

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