VENAFRO – “S’ marz’ ncrogna, fa scuppà l’ogna“, antico detto dialettale venafrano circa le bizze metereologiche di marzo.
Scriviamo anche d’altro, se non altro per alleggerire la pressione psicologica del momento. Interessiamoci perciò di dialetto e di espressioni tipiche dei nostri avi.
Come anticipato da esperti e metereologi, è tornato il gran freddo con temperature che si sono abbassate anche di 10°. Altro che primavera. Sarà una gran botta per colture, alberi, fiori e piante già impreziosite dalle prime gemme della fioritura 2020.
Ad ogni modo, sperando che tanto non avvenga, o quanto meno che il freddo non sia così intenso, proviamo a dire in dialetto delle proverbiali e storiche bizze metereologiche di “marzo pazzarello”, ricorrendo alla tipicità di una espressione dialettale del passato sulla mensilità in corso e sulle sue altalenanti temperature, con una popolare frase che “fotografa” alla perfezione il mese in questione e i suoi mutamenti metereologici.
Gli anziani dei tempi andati infatti erano soliti affermare… “S’ marz’ ncrogna, fa scuppà l’ogna“, espressione dialettale tipica venafrana che sta per “Se marzo mette il broncio e porta freddo, è capace di far saltare le unghie”. Ossia, il freddo di marzo è tanto duro e pungente, forse perché inatteso, che addirittura è capace di tutto, anche di far saltare le unghie delle dita.
Tonino Atella
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