CAMPOBASSO – Alla luce di quanto deciso nella seduta di Consiglio regionale, tenutasi nella giornata di ieri, che ha visto l’approvazione della mozione avente ad oggetto “Emergenza COVID-19”, con la quale l’Assise impegna il Presidente della Giunta ad invitare il Direttore generale dell’ASReM affinché si processino quanto più tamponi possibili, partendo dal personale sanitario e dagli operatori delle case di riposo per poi estenderli a tutte le persone sintomatiche in osservazione, il Presidente del Consiglio Micone dichiara: “Il virus che ormai ha travolto la nostra esistenza non molla, è subdolo e non ci permette di perdere tempo. Il lavoro che la Regione Molise, insieme alla macchina operativa dell’ASReM e della Protezione Civile, sta svolgendo è incessante e meticoloso”.
“I numeri potenziali di casi Covid – chiosa il Presidente- sono di gran lunga superiori rispetto ai dati ufficiali dei casi, ci sono persone positive asintomatiche o con lievi sintomi che senza saperlo di essere positive continuano ad andare a lavorare, a recarsi a fare spesa, nelle farmacie, continuano a vivere insieme ai loro familiari. Questi soggetti ignari di aver contratto contagio sono la sorgente principale di disseminazione del virus. Pertanto, per arginare il virus, oltre a continuare ad osservare quanto raccomandato anche dal direttore dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus di rompere la catena di trasmissione seguendo rigidamente le restrizioni, ma soprattutto occorre testarlo ed isolarlo e per fare ciò bisogna sapere chi è infetto. Sicuramente l’estensione a tappeto dei tamponi non è facile per l’ampiezza della popolazione interessata, per la limitata disponibilità dei kit diagnostici, per la mancanza di personale addetto specializzato ad eseguirli e per la limitata disponibilità di laboratori attrezzati per l’esame dei tamponi.
Ma nonostante questi limiti, dobbiamo convintamente cambiare passo e farlo in maniera celere in modo da intraprendere strade urgenti, ossia da un lato dobbiamo assicurarci che gli ospedali e le RSA non siano luoghi di propagazione del contagio, facendo in modo che il personale (medici, infermieri, personale di supporto ospedaliero, oss, farmacisti, addetti alle pulizie) venga costantemente testato, sia per tutela della loro salute, per quella del sistema sanitario e ancor più per la tutela dei pazienti, degli anziani, degli immunodepressi, dei malati oncologici, dei malati leucemici.
Dall’altro lato, occorre razionalizzare i tamponi disponibili e sottoporli a coloro che sono sintomatici in osservazione ed a coloro che sono professionalmente più esposti al contagio come le Forze dell’Ordine, i Volontari della Protezione Civile, gli addetti ai supermercati, alle edicole, ai camionisti, gli autisti di mezzi pubblici, gli addetti alla pubblica sicurezza, agli operai ed a tutti coloro che offro attività e servizi essenziali. Ovviamente tutto nel rispetto dei livelli di priorità e tenendo conto del cosiddetto concetto di sorveglianza attiva massiva, con l’obiettivo di scoprire gli asintomatici che sono a stretto contatto con più persone che l’eventuale contagio provocherebbe elevati numeri di casi a catena”.
“Pertanto, dobbiamo rimboccarci tutti le maniche – conclude Micone– e nel nostro dovere di Istituzioni assicurare la massima tutela della salute dei cittadini e di tutti coloro che stanno combattendo in trincea questa estenuante guerra invisibile mettendo a repentaglio quotidiano la loro vita”.
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