DISCARICHE ABUSIVE – “Ho presentato come primo firmatario un’interrogazione al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e a quello dell’Interno, Luciana Lamorgese, dopo il rinvenimento, nei giorni scorsi, di tre discariche abusive di rifiuti nelle aree rurali di San Martino in Pensilis”.
Lo rende noto il portavoce del MoVimento 5 Stelle al Senato, Fabrizio Ortis, che si è subito attivato a seguito dei sequestri di tre diverse aree, da parte dei Carabinieri Forestali della Compagnia di Termoli, di altrettante discariche abusive di rifiuti, probabilmente industriali. Il primo ritrovamento risale a mercoledì 1° aprile, a ridosso della Strada Statale Bifernina, non lontano dal comune di Guglionesi; la mole dei rifiuti era tale che si è ipotizzato che, per il suo trasporto, si siano resi necessari fino a otto camion. Il giorno seguente è arrivato il secondo rinvenimento, nel mezzo della Statale 87: due camion di rifiuti speciali. Infine, il 3 aprile, nei pressi del confine pugliese, la scoperta dell’ultimo cumulo.
“Il forte sospetto che si tratti di scarti industriali – spiega Ortis – confermato anche dalle dichiarazioni alla stampa del sindaco di san Martino in Pensilis, Giovanni Di Matteo, intervenuto sul posto con i Carabinieri Forestali e il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Campobasso, fa temere che quanto accaduto abbia come responsabili i clan della criminalità organizzata campana. Il fatto presenta, invero, inquietanti analogie con quanto accaduto nel 2014 – questa la ricostruzione del portavoce pentastellato al Senato – nel territorio del vicino comune di Campomarino (contrada Ramitelli), laddove balle di immondizia, alte tre metri, furono accatastate nel bel mezzo di una strada. Fu, quello, uno dei molti casi di sversamento illegale di rifiuti scoperto dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari con l’operazione “Black Land”. L’indagine interessò le province di Foggia, Barletta-Andria-Trani, Avellino, Caserta, Salerno, Benevento, Potenza e Campobasso, portando infine all’arresto, nella primavera di quell’anno, quattordici persone operanti nel business delle ecomafie”.
Di qui l’interrogazione ai ministri Costa e Lamorgese, per sapere se siano al corrente dell’accaduto e “quali iniziative di competenza abbiano messo in atto, o abbiano intenzione di intraprendere, al fine di debellare la dilagante piaga delle discariche abusive contrastando fenomeni criminosi e allarmanti dal punto di vista ambientale e sociale, con particolare riguardo al ciclo illegale dei rifiuti e alla consolidata presenza di infiltrazioni mafiose nelle imprese implicate”.
Ortis chiede anche di conoscere se, “nei limiti delle proprie attribuzioni, i ministri intendano attivarsi nelle sedi di competenza affinché siano poste in essere iniziative per ottimizzare e qualificare il servizio di gestione del ciclo dei rifiuti nonché per effettuare una mappatura delle discariche abusive e dei luoghi interessati dal fenomeno dello smaltimento illegale, anche al fine di rassicurare le comunità interessate”.
Infine, la richiesta di “un’accurata pianificazione nazionale gestionale, logistica e impiantistica unita a un sistema di misurazione e controllo efficace e a sanzioni realmente dissuasive, che consentirebbe di abbattere i costi di gestione, scoraggiare le infiltrazioni delle ecomafie e migliorare la qualità del nostro ambiente”.
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