CAMPOBASSO – Il difficile momento generato dall’emergenza Corona Virus sta mettendo a dura prova anche l’intero sistema economico del Paese che, pur riconoscendo il valore strategico del settore agroalimentare, ne sta scoprendo le fragilità.
Ne è ben conscia la Coldiretti Molise che, in una missiva inviata al Governatore Donato Toma ed all’Assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, ha fornito al Governo regionale una puntuale e dettagliata analisi dello stato del settore primario in regione, chiedendo, meglio suggerendo, una rapida strategia di sostegno alle imprese.
Per ben comprendere il clima di difficoltà e incertezza che oggi più che mai vivono le aziende, non solo del settore primario, bisogna partire dall’assunto che, la loro maggiore preoccupazione è costituita dalla mancanza di liquidità. “Un problema fortemente sentito – osservano il Delegato Confederale ed il Direttore regionale di Coldiretti Molise, Giuseppe Spinelli ed Aniello Ascolese, nella loro missiva inviata a Toma e Cavaliere – dalla maggior parte delle nostre aziende molisane che temono proprio di non riuscire a superare il fermo commerciale che si è creato e che presumibilmente durerà per due o tre mesi (speriamo non oltre)”.
Tuttavia la situazione di crisi odierna ha radici ben più profonde. “L’agricoltura molisana – ricorda Giuseppe Spinelli – ha subito eventi di carattere climatico avversi, che hanno penalizzato le aziende nelle annate 2019- 2020. Così, se da una parte il prezzo dei cerali ha avuto una impennata notevole a causa della forte richiesta di materia prima, ma anche da comportamenti di chiusura delle frontiere da parte di Paesi tradizionalmente grandi esportatori, al fine di garantire il proprio fabbisogno interno, la siccità che ha interessato gran parte del territorio nazionale ed il nostro in particolare, falcidierà i raccolti che saranno molto al di sotto delle medie produttive. Ciò comporterà miseria per i primi e aggravio dei costi per gli allevatori obbligati ad approvvigionarsi di cereali per l’alimentazione dei capi”.
“La zootecnia da latte, quindi – prosegue Aniello Ascolese – non beneficerà degli aumenti di vendite sugli scaffali della distribuzione e se a ciò si aggiunge la minaccia formalizzata da un importante caseificio, che opera spendendo il nome del Molise, di voler diminuire il prezzo del latte alla stalla, lo scenario a tinte fosche è più che completo. Ma su questo aspetto – annuncia il direttore di Coldiretti – sicuramente dovremo ritornarci, ma in un altro momento”.
I problemi della zootecnia non si fermano purtroppo qui. Non si può dimenticare, infatti, la grave crisi di tante stalle colpite dalla brucellosi, una zoonosi che oltre agli animali abbattuti, sottrae alle imprese, quotidianamente, gran parte del rimanente valore economico della produzione di latte e carne, cui si aggiunge la situazione critica dell’allevamento ovi-caprino che vede la vendita degli agnelli pressoché azzerata, in un periodo, quale quello Pasquale, che ha sempre rappresentato lo sbocco naturale per la commercializzazione dei capi.
La crisi non risparmia, anzi attanaglia, anche il comparto ortofrutticolo, per estendersi poi successivamente alla viticoltura ed olivicoltura, a causa della carenza di manodopera; mentre un discorso a parte merita l’agriturismo che è tra le attività agricole più duramente colpite dall’emergenza Corona Virus, avendo essa causato la chiusura forzata delle quasi totalità delle strutture su tutto il territorio regionale.
“Le nostre imprese – ricorda Giuseppe Spinelli – sono fondamentali sul piano economico e sociale. Rivestono infatti un ruolo enormemente amplificato proprio dall’allarme provocato dal Coronavirus, che ha evidenziato ancor più il valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza”.
Per tutto ciò, al termine di questa sintetica e di certo non esaustiva disamina della situazione, “Chiediamo alla Regione Molise – afferma Giuseppe Spinelli – così come attuato in altre Regioni, tra cui la vicina Campania, la messa in campo di risorse proprie per garantire una boccata di ossigeno anche alle imprese agricole, così come è stato fatto per artigiani e commercianti, tramite Fin Molise, prevedendo l’erogazione di prestiti di micro credito fino a 5.000,00 euro, senza garanzie e costi di istruttoria, sottolineando che tale misura si giustifichi in pieno anche per gli agriturismi, andando a sostenere un’attività del tutto similare a quelle commerciali della ristorazione ed alberghiere, a fronte del completo annullamento di tutte le prenotazioni. Non necessitano somme altissime – conclude Spinelli – bensì importi di poche migliaia di euro ad azienda, che garantiscano una minima dotazione di liquidità necessaria per superare il momento di impasse e riavviare le attività”.
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