CAMPOBASSO – Scuole sicure, come denunciano i consiglieri comunali del partito democratico, e della Sinistra, Chierchia, Battista, Salvatore e Trivisonno, il presidio davanti gli edifici scolastici dovrebbe avvenire con la presenza di vigili urbani questa volta però armati di pistola. E proprio stigmatizzando questa iniziativa dell’Amministrazione Gravina in una nota osservano:
“Con il progetto finanziato dallo Stato “Scuole Sicure” l’amministrazione Gravina sceglie la “sicurezza scolastica” all’americana: fatta con 15 pistole Beretta. La delibera n. 81 del 2020 parla chiaro.
Bene la garanzia del presidio dei vigili urbani, per consentire, con la loro presenza, di dissuadere gli studenti dal cedere, gratuitamente o dietro corrispettivo, sostanze stupefacenti. Male, anzi, malissimo l’idea che, per il presidio dinanzi alle scuole di ogni ordine e grado, li si debba armare”
I consiglieri di opposizione rilevano invece che talune risorse e quindi anche per le armi in dotazione ai vigili urbani, andrebbero spese non per tanto quanto sul personale (operatori sociali con formazione specifica e psicologi) che potrebbe efficacemente interagire con i ragazzi, coordinandosi con Dirigenti scolastici e docenti, molti dei quali già lavorano sulla prevenzione, facendo leva sui rapporti umani, sulle parole, sul sapere.
“La SICUREZZA e la PREVENZIONE nelle SCUOLE sono legate alla informazione ed alla accorta interazione con gli studenti e con un mondo, il loro, complesso e fragile, nel quale non si fa irruzione con le pistole. – sostengono i quattro consiglieri comunali – Chiediamo un passo indietro dell’Amministrazione: l’immediata revoca dell’atto o una rimodulazione del progetto; due passi avanti: l’impiego delle somme, oggi nel progetto destinate alle pistole, per interventi degli operatori sociali”.
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