CAMPOBASSO – Emergenza Coronavirus, tamponi a tutti nelle case di cura ad operatori ed ospiti. L’allarme e l’appello, ennesimi, lanciati dal consigliere regionale del partito democratico Vittorino Facciolla che così puntualizza.
“Quanto ancora dobbiamo aspettare per proteggere i nostri anziani e le persone più fragili ricoverate nelle case di cura e nelle RSA del Basso Molise?
Dobbiamo forse aspettare che accada l’irreparabile?
E’ ormai chiaro a tutti che in Lombardia sono stati commessi diversi errori nella gestione dei pazienti di case di cura e residenti delle RSA e soltanto adesso, a distanza di settimane, sta emergendo un quadro inquietante con centinaia di morti per i quali qualcuno dovrà rispondere. Le indagini sono già in corso.
Come ho sempre detto, noi in Molise abbiamo diversi vantaggi rispetto alle regioni del nord Italia per poter far tesoro degli errori e gestire alla meglio questa emergenza; innanzi tutto i tempi di diffusione del virus, il basso numero di abitanti e soprattutto il distanziamento sociale che, nel nostro territorio è naturale.
Cosa sta accadendo nelle nostra case di cura? Come stanno i nostri anziani? sono state applicate e rispettate le normative vigenti sul distanziamento?
Abbiamo lottato accanto ai familiari della ‘Casa dei nonni d’Italia’ a Ripabottoni perché il sindaco concedesse più stanze per poter distanziare gli ospiti e ce l’abbiamo fatta in tempi relativamente brevi.
Ma adesso arrivano notizie sconvolgenti da Termoli dove un nuovo cluster vede coinvolti ben sei operatori della RSA ‘Opera serena’. Sappiamo che la Asrem ha predisposto tamponi per tutti gli ospiti della casa di cura adriatica ma quanto tempo dovremo aspettare per eseguirli? Intanto la situazione si complica perché i sei operatori hanno avuto rapporti oltre che con i loro familiari anche con altre strutture dove prestano servizio. Ecco allora che è facile intuire come ognuno di loro possa generare nuovi cluster nella città adriatica e non solo.
Ecco perché da oltre un mese diciamo che tutti gli operatori sanitari e le persone a rischio devono essere sottoposti a tamponi e test sierologici continui e ripetuti nel tempo.
Stessa cosa sia fatta nell’immediato nelle case di riposo di San Martino, Portocannone (sappiamo che ad Ururi hanno già provveduto) dove in totale risiedono e sono assistiti oltre 50 anziani. Cosa stiamo aspettando per fare test e tamponi ai residenti e agli operatori che si prendono cura di loro?
Impariamo dagli errori degli altri, muoviamoci in fretta. La vita di queste persone adesso dipende dalla velocità con cui agiremo.”
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