VENAFRO – Metà Venafro resta nel Consiglio Regionale del Molise dopo il no alla surroga per i primi non eletti.
La nuova norma mette fuori dall’assemblea centrale Massimiliano Scarabeo ed Antonio Tedeschi, entrambi consiglieri surrogati, ed intanto i molisani chiedono aiuti al governo regionale per poter ripartire dopo il covid 19, aiuti però che ritardano.
Dimezzata la rappresentanza venafrana nel Consiglio Regionale del Molise all’indomani della cancellazione della surroga per i primi non eletti. E’ il dato politico saliente che riguarda l’area venafrana, in attesa del definitivo pronunciamento del TAR Molise. Al Tribunale Amministrativo Regionale si sono infatti rivolti i due consiglieri venafrani surrogati ed appena usciti dall’assemblea politica molisana, ossia Tedeschi e Scarabeo; il primo di Popolari per l’Italia era stato surrogato con Niro, una volta che questi era stato designato assessore, ed il secondo -all’epoca di Forza Italia ed oggi di Fratelli d’Italia- con Di Baggio alla nomina di quest’ultimo quale assessore. Tedeschi e Scarabeo hanno impugnato dinanzi al TAR, che si pronuncerà definitivamente il prossimo 13 maggio, quanto stabilito dall’organismo politico centrale della regione.
Nel frattempo comunque la rappresentanza venafrana in seno al consiglio regionale risulta ridotta del 50%!
Fuori, come scritto, Tedeschi e Scarabeo, siedono sempre tra i banchi assembleari Cotugno e Nola. Il primo è componente della maggioranza ed ex assessore al turismo, il secondo è invece in minoranza nelle fila del M5S. Perché il mini “terremoto” politico molisano, completato ricordiamo dalla concomitante fuoriuscita dall’assemblea regionale di altri due consiglieri surrogati, Romagnuolo e Matteo, entrambi del versante campobassano e subentrati in consiglio agli assessori Cavaliere e Cotugno?
Per il fatto che il consiglio regionale ha ritenuto di cancellare l’istituto della surroga per i primi non eletti, norma introdotta come ricorderà nel 2017. Tale cancellazione, voluta dal Presidente Toma, è stata votata dalla maggioranza di centrodestra spalleggiata dal M5S. Nei giorni precedenti Fratelli d’Italia, partito di maggioranza, col coordinatore regionale Di Sandro aveva invece fortemente sostenuto la validità di tale istituto chiedendo al Presidente Toma un ripensamento sugli adempimenti da assumere in aula, ed analogamente avevano fatto Facciola, Iorio e Fanelli, dicendosi a loro volta favorevoli alla conservazione del principio della surroga. Ed invece alla fine Toma, gran parte della maggioranza di centrodestra ed il M5S l’hanno spuntata, estromettendo di fatto i quattro consiglieri surrogati, per l’esattezza due dell’isernino e due del campobassano.
Un vero e proprio “terremoto” politico molisano quello appena avvenuto! Sulla intricata ed assai controversa materia, ossia surroga/si – surroga/no, non resta perciò che attendere il responso ultimo del prossimo 13 maggio da parte del TAR Molise per sapere se il tutto tornerà in ballo e in discussione, oppure se sulla quaestio si apporrà la definitiva pietra tombale. Nel mentre i problemi e le istanze dei molisani sono tanti e tutti assolutamente consistenti, alla vigilia della cosiddetta fase 2 del covid 19 che richiede attenzioni ed interventi particolari da parte dell’assemblea amministrativa regionale per sostenere ripresa e ripartenza dell’economia, delle imprese e del lavoro molisano. Tali adempimenti però non appaiono all’orizzonte, come amaramente sottolineato da tantissimi corregionali che ci accingono a ripartire ma necessitano dell’indispensabile sostegno finanziario della loro classe politica molisana alla luce di chiusure, perdite e fermi imposti dall’emergenza sanitaria.
Tonino Atella
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