CENTRI ESTIVI 2020 – Le proposte della Garante Leontina Lanciano

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CAMPOBASSO – Campi estivi  dove i bambini devono vivere l’infanzia proteggendo il loro diritto al gioco e alle attività ricreative. E diritto al gioco significa avere tempo per giocare, spazi adeguati per farlo e la possibilità di incontrarsi con amici e coetanei che, per l’occasione, si trasformeranno in compagni di gioco.

La proposta per i ‘Centri Estivi’ della Garante regionale dei diritti della persona Leontina Lanciano vuole provare a rimettere questi diritti al centro degli impegni della locale comunità educante, in concomitanza con la grave emergenza sanitaria da Covid-19.

“L’iniziativa molto articolata – dice la Lanciano – “naviga nel mare della novità”, ma non può cadere nell’improvvisazione e deve, quindi, essere sperimentata su una base solida di condizioni di sicurezza, sulla chiarezza e sulla condivisione di modalità e prassi innovative e sull’adattamento dei criteri di funzionamento e monitoraggio alla nuova e temporanea situazione.”

“La situazione di emergenza ancora in corso inevitabilmente costringe ad un ripensamento dell’intera organizzazione dei servizi estivi, che si devono “adattare” alla necessità di garantire la sicurezza dei bambini e degli adulti attraverso la messa a punto di procedure da attivare quali misure di sicurezza a tutela della salute, in un’ottica di prevenzione del rischio di contagio che, tuttavia, non è possibile azzerare completamente ma che va governato e ridotto al minimo con gli opportuni protocolli di sicurezza e tutela della salute.

Fra gli aspetti organizzativi che potrebbero essere messi a punto nei prossimi tempi – per garantire il distanziamento e la protezione dei bambini e degli adulti e ridurre al minimo i rischi – si evidenziano i seguenti aspetti:

– la creazione di piccoli gruppi, evitando contatti tra gli stessi e, in considerazione delle necessità di distanziamento, privilegiando l’utilizzo di spazi esterni, senza tuttavia escludere l’utilizzo di spazi interni;

– la ridefinizione delle modalità di accompagnamento e ritiro dei bambini anche prevedendo forme di scaglionamento;

– l’attenzione particolare agli aspetti igienici e di sanificazione, al fine di ridurre i rischi tramite protocolli di sicurezza adeguati;

– l’eventuale previsione, al momento dell’accoglienza, della misurazione della temperatura;

– il servizio estivo nella ‘Fase 2’ di emergenza Covid-19 potrebbe essere organizzato con un orario di apertura ridotto per garantire una condizione di maggiore stabilità e continuità di relazione tra operatori e piccoli gruppi di bambini al fine di arginare la diffusione di casi di contagio e, nel caso in cui si venisse a determinare tale evenienza, a garantire altresì il tracciamento dei medesimi. Sarà pertanto necessario uno specifico ‘patto di corresponsabilità’ tra genitori e gestore, che impegna entrambe le parti al rispetto delle disposizioni finalizzate al contenimento del contagio da COVID-19.

Attraverso questa iniziativa s’intende pertanto avviare una graduale ripresa di socialità, attività e relazioni dei bambini e delle bambine e facilitare per quanto possibile anche la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle famiglie. Più nello specifico, l’iniziativa si potrebbe così articolare:

La designazione dei luoghi e l’organizzazione degli spazi.

Come stabilito dalla Linee guida elaborate dal Governo, nella selezione dei luoghi in cui saranno organizzati i centri estivi andrebbero predilette le sedi che ospitano, ordinariamente, le scuole e i servizi educativi per l’infanzia. In particolare, sarebbero da privilegiare le strutture che beneficiano di ampi spazi aperti. Dal punto di vista organizzativo, sarebbe necessario considerare quanto segue:

  • Individuare, in collaborazione con i Comuni, le sedi degli istituti scolastici dotati degli adeguati spazi verdi in cui poter predisporre l’attività ludico-ricreativa (vedasi il paragrafo successivo dedicato alla didattica). Nello specifico, a titolo esemplificativo, si pensi alle strutture che già in via ordinaria ospitano le sedi delle scuole In alternativa, ove non possibile organizzare le attività nelle aree esterne delle scuole, andrebbe prevista la possibilità di utilizzare gli spazi esterni di altre strutture: centri sportivi, ludoteche, parchi ecc, purché dotati di servizi igienici. Nello specifico, a titolo esemplificativo, si pensi alle strutture che già in via ordinaria ospitano le sedi delle scuole dell’infanzia nei diversi Comuni regionali. Ovvero, per la città di Campobasso, ci si riferisce alle sedi seguenti: Scuola dell’Infanzia ‘C. Collodi’, Scuola dell’infanzia ‘Primo circolo’, Scuola dell’infanzia ‘Secondo circolo’, Scuola dell’infanzia ‘Quarto circolo’, Scuola dell’infanzia ‘Campobasso via Crispi’, Scuola dell’infanzia ‘Cep Nord Giovanni Paolo II’, Scuola dell’infanzia ‘Cep Sud Giovanni Paolo II’, Istituto comprensivo ‘I.Petrone’, Istituto comprensivo ‘G.A. Colozza’, Istituto comprensivo ‘L Montini’, Istituto comprensivo ‘F. Jovine’, Scuola dell’Infanzia ‘San Giovanni dei Gelsi’, Polo scolastico ‘Di Zinno’, Scuola dell’infanzia ‘San Vito’, Scuola dell’infanzia paritaria ‘Giovanni Speranza’, Scuola dell’infanzia paritaria ‘M. Immacolata’, Scuola dell’infanzia paritaria ‘Regina Mundi’; Scuola dell’infanzia paritaria ‘Sant’Antonio di Padova’, Scuola dell’infanzia paritaria ‘Sacro Cuore’, Scuola dell’infanzia paritaria ‘Padre Annibale Maria Di Francia’. Per la città di Isernia, il riferimento va invece alle richiamate sedi: Scuola primaria e dell’infanzia ‘S. Lazzaro – I.C. Giovanni XXIII’, Istituto comprensivo ‘San Giovanni Bosco’, Scuola dell’infanzia paritaria ‘Immacolata Concezione’.
  • In alternativa, ove non possibile organizzare le attività nelle aree esterne delle scuole, andrebbe prevista la possibilità di utilizzare gli spazi all’aperto di altre strutture: centri sportivi, ludoteche, parchi ecc, purché dotati di servizi igienici.
  • Una volta individuate le sedi, si dovrebbe procedere a un’accurata sanificazione delle stesse prima dell’apertura delle attività. Altresì, sarebbe necessario, prima dell’apertura, organizzare gli spazi con percorsi speciali e zone distinte in modo che siano funzionali alla separazione per gruppi, in modo da evitare che nella stessa area si crei la compresenza di gruppi differenti.
  • Va da sé che spazi, ambienti, superfici ed oggetti andrebbero puliti accuratamente almeno una volta al giorno utilizzando un detergente neutro. I servizi igienici andrebbero disinfettati almeno una volta al giorno e comunque dopo ogni utilizzo da parte di ciascun bambino. I giochi e gli strumenti d’uso per le diverse attività, se destinati all’utilizzazione da parte di più gruppi di bambini suddivisi in turni successivi, andrebbero sanificati prima dello scambio tra un turno e l’altro. In ogni caso andrebbero detersi e disinfettati al termine di ogni giornata.
  • Nell’attività di programmazione della riapertura dei centri estivi, i Comuni potrebbero procedere tenendo conto di una specifica scaletta in tre fasi. Prima fase: invitare i genitori dei bambini della fascia d’età tre i 3 e i 6 anni a manifestare la volontà di iscrivere i propri figli ai centri estivi, per poter valutare correttamente il numero degli spazi da reperire e del personale da impiegare. Contestualmente, il Comune dovrebbe emanare un avviso pubblico per consentire ai gestori di presentare gli specifici progetti. Seconda fase: sarà cura dell’ente municipale esaminare i progetti ricevuti e scegliere i più adeguati. Terza fase: i genitori dovranno ufficializzare le iscrizioni in modo da consentire la stesura dell’elenco del personale da impiegare e l’avvio delle attività.

L’accessibilità

Data la straordinarietà della contingenza, l’impegno delle amministrazioni locali dovrebbe essere orientato a garantire il più possibile l’accoglienza di tutti i bambini richiedenti, fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Le modalità di frequenza andrebbero rielaborate prevedendo orari ridotti.

L’ingresso ai centri estivi e l’accoglienza dei bambini

Per quel che concerne lo svolgimento delle attività, si fa riferimento ancora una volta alle Linee guida stilate dal Governo, che precisano le modalità di frequenza dei centri estivi. Nel dettaglio, la raccomandazione governativa è di suddividere gli iscritti in gruppi con la seguente modalità: per la fascia di età 3-6 anni, viene previsto un rapporto di un educatore ogni 5 bimbi.

Accesso e accoglienza andrebbero regolati tenendo conto dei seguenti aspetti:

  • L’iscrizione del minore al centro estivo andrebbe valutata prevedendo buone condizioni di salute di ogni singolo bambino.
  • Per garantire la massima sorveglianza e sicurezza sanitaria, si potrebbe prevedere l’esecuzione di Test rapidi (tamponi e test sierologici) sui dipendenti.
  • Ciascun bambino dovrebbe essere accompagnato presso il centro estivo da un solo adulto. Sarebbe preferibile che fosse sempre lo stesso adulto ad accompagnare quotidianamente il minore.
  • Prima dell’accesso alla struttura, andrebbe previsto uno specifico protocollo così strutturato:
  1. l’accompagnatore dovrebbe segnalare le condizioni di salute del minore e dei componenti del nucleo familiare.
  2. Sia per quanto riguarda i minori che per gli accompagnatori, andrebbe eseguita al momento dell’accesso giornaliero e al momento dell’uscita la rilevazione della temperatura. In caso di temperatura superiore ai 37.2°, il minore o l’accompagnatore dovrebbero essere allontanati e invitati a rivolgersi al proprio pediatra o medico curante. Sarebbe opportuno disinfettare il termometro contactless o termoscanner prima del primo utilizzo e alla fine delle procedure di accoglienza.
  3. Nel punto di accoglienza andrebbe collocato un lavandino con acqua e sapone oppure un gel idroalcolico per l’igienizzazione delle mani del minore. Le mani dei bambini andrebbero igienizzate dal personale prima dell’accesso e, successivamente, ad ogni cambio di attività, dopo l’utilizzo dei servizi igienici, prima di eventuali pasti e all’uscita dalla struttura prima che il minore sia riconsegnato all’accompagnatore.
  • Sia l’ingresso che l’uscita dal centro estivo dovrebbero essere predisposte per scaglioni di orario, a distanza di circa 10 minuti circa tra un gruppo e l’altro, senza possibilità di deroga. Sarebbe, quindi, obbligatorio il rispetto dell’orario di accesso e di uscita per ogni gruppo di bambini. Al termine dell’orario assegnato per il proprio gruppo, non dovrebbe essere più possibile accedere alla struttura.
  • Non andrebbe portato alcun oggetto da casa: né giocattoli, né cibo.
  • Presso l’area di accoglienza andrebbero segnalate con appositi indicatori le distanze da rispettare.
  • Ove possibile, andrebbero separate le aree di ingresso e di uscita.
  • Gli accompagnatori dei minori non dovrebbero poter accedere all’interno dei centri estivi, tranne che nei punti di accesso e ritiro dei minori.
  • All’esterno delle strutture adibite a centri estivi, e nei parcheggi, gli accompagnatori dovrebbero evitare qualsiasi forma di assembramento.

I comportamenti all’interno dei centri estivi

All’interno degli spazi adibiti a centri estivi, andrebbero osservate le regole di prevenzione correntemente in vigore. Tra queste, il distanziamento di almeno un metro tra persona e persona e l’utilizzo di mascherine o guanti (per le operazioni che ne richiedono l’utilizzo). Per quel che riguarda il personale operante nelle strutture, l’obbligo di mascherine dovrebbe sussistere sempre. Quanto al distanziamento sociale, andrebbe sempre osservato dal personale adulto. Non essendo possibile garantire il mantenimento delle distanze di sicurezza in caso di bambini delle fasce d’età più basse, andrebbe raccomandato l’uso frequente di gel igienizzante. Tutto il personale dovrebbe essere formato sui temi della prevenzione di COVID-19, oltre che sull’utilizzo corretto dei dispositivi di protezione individuale e delle misure di igiene e sanificazione. Tra le altre norme comportamentali sarebbe utile osservare le seguenti regole:

  • Ogni operatore dovrebbe seguire un solo gruppo di bambini, senza possibilità di rotazione di personale o di minori frequentanti. Ciò allo scopo di consentire la sorveglianza sanitaria e la ricostruzione dei contatti in caso di contagi da Coronavirus.
  • Lavare frequentemente le mani (con acqua e sapone o con gel e soluzioni a base idroalcolica, avendo cura di protrarre l’operazione per almeno 40-60 secondi) dopo il contatto con superfici comuni, in seguito a contatto con liquidi biologici e dopo il contatto interpersonale.
  • Tossire e starnutire nella piega del gomito o all’interno di fazzoletti usa e getta da buttare subito dopo l’uso; evitare di toccare con le mani la bocca, il naso o gli occhi.
  • Trattandosi di luoghi condivisi, i servizi igienici andrebbero puliti prima dell’ingresso del bambino successivo. Nei bagni e all’esterno di essi andrebbero impediti gli assembramenti. 

La didattica

Riguardo alla tipologia delle attività educative, è fondamentale individuare interventi che possano essere realizzati garantendo il necessario distanziamento sociale.

In base alle caratteristiche delle diverse fasce d’età, si potrebbero realizzare, ad esempio, percorsi incentrati sullo sviluppo di competenze artistico-musicali, creativo-manuali, informatiche, scientifiche e ambientali che possano favorire l’adozione delle misure di distanziamento   sociale   compatibilmente   con   l’età   e   il   grado   di   autonomia   e consapevolezza dei minori coinvolti.

Più in particolare, potrebbero essere realizzate tali attività.

Accoglienza e giochi per conoscersi: un’attività che permetterebbe di entrare in confidenza, per poi poter giocare insieme con maggiore armonia. Attività legata allo stimolo dell’inventiva e della fantasia.

– Arte: percorsi artistici, attività creative e manualità, sensibilizzando il bambino all’utilizzo di materiali di riciclo e creando insieme lavori da conservare.

– Laboratorio di disegno per imparare ad usare i colori e a imparare le forme.

– Teatro e Movimento creativo: oltre alle attività corporee ed espressive si potrebbe provare ad allestire dei veri e propri piccoli spettacoli. Un’attività che porterebbe i bambini a “mettere in scena” le storie create.

– Scrittura e lettura creativa: ascoltare fiabe e storie, inventare e scrivere una storia insieme, all’insegna di improvvisazione, creatività e fantasia.

– Laboratori di musica: ad esempio spazio dedicato all’ascolto mirato e guidato di musica, ma anche ballo.

– Pillole di lingua inglese.

– Laboratorio di cucina.

– Cinema-cartoon all’aperto.

– Ginnastica e attività sportiva.

Preme precisare che la proposta presentata vuole essere un esempio delle possibili indicazioni da seguire per predisporre una rapida riapertura dei centri estivi, elaborata seguendo le indicazioni divulgate dal Governo con apposito Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Scopo della stessa è quello di fornire possibili, utili spunti agli enti locali, ferma restando la loro autonomia organizzativa e decisionale in materia. L’ottica con cui è stata presentata la proposta è, infatti, quella di ribadire l’urgenza di garantire alla fascia d’età compresa tra i 3 e i 6 anni, che finora è stata la meno considerata nelle misure predisposte durante la pandemia, la ripresa della perduta normalità e della vita di relazione, nel rispetto delle misure di sicurezza stabilite da Roma.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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