
VENAFRO – Pullman dal Molise ad altre regioni bloccati in garage a motori spenti, fabbriche chiuse con centinaia di operai costretti a casa, strutture culturali come musei, castelli ect. sbarrate a doppia mandata con zero visitatori e, giusto per non dilungarci eccessivamente, concerti bandistici fermi al palo con lavoratori dello spettacolo da mesi senza lavoro e senza alcuna entrata economica dopo “la miseria” delle 600 euro di cassa integrazione di febbraio, cui non è seguìto alcunché in fatto di moneta contante.
Questo è il quadro decisamente deprimente ed avvilente di una situazione che giorno dopo giorno si aggrava ulteriormente, con ovvie preoccupazioni di persone e famiglie coinvolte. Certo comprendiamo la necessità di ripartire con le dovute attenzioni, cautele e prevenzioni, ma continuare a bloccare ogni cosa tanto a lungo, inchiodando un sacco di addetti a restare con le braccia conserte, appare decisamente eccessivo e penalizzante. Cautela e prevenzione d’accordo, ma c’è assoluto bisogno di rialzarci e rimetterci in marcia quanto prima, consentendoci di lavorare e produrre. Solo così la macchina dell’economia e della crescita si rimetterà in moto, altrimenti le prospettive diventano tragiche.
Tra siffatti “muri del pianto” soffermiamoci su qualcuno in particolare. Partiamo coi lavoratori dello spettacolo, e specificatamente coi componenti dei concerti bandistici che sino al 2019 riempivano strade e piazze di molti Comuni portando ovunque arte musicale e tanta coinvolgente allegria.
“Avevamo per questa prima metà del 2020 già oltre cento contratti sottoscritti per altrettanti concerti bandistici sia nel Molise che in altre regioni -apprendiamo dal Gran Concerto Bandistico Città di Ailano (Caserta) nel quale suonano tanti musicisti molisani- e abbiamo dovuto rinunciare a tutto quanto causa Covid 19! Nel frattempo ci è stato corrisposto l’intervento economico statale di febbraio, dopodiché più nulla. E pensare che molte nostre famiglie sono monoreddito! Speriamo perciò che al più presto ci consentano di tornare a tenere i concerti in pubblico, così da poter mangiare e sopravvivere assieme a figli e mogli”. Quindi gli autisti dei pullman pubblici molisani che da mesi non possono uscire dalla nostra regione per raggiungere le maggiori città di Campania, Lazio, Abruzzo, Puglia etc…. “Niente da fare -afferma uno di tali lavoratori- continuiamo a non poter lavorare. Solo qualche società di trasporto pubblico va fuori dal Molise per raggiungere le regioni confinanti, mentre la maggior parte delle società sono bloccate e ferme da mesi. Quando ripartiranno realmente i collegamenti tra il Molise ed il resto dell’Italia? Abbiamo bisogno di lavorare! Non possiamo più restare inoperosi”.
Autentici gridi di allarme e di aiuto, questi appena letti, che è ora e tempo di ascoltare nella maniera dovuta, consentendo alla “macchina” di ripartire nell’interesse di tutti.
Tonino Atella
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