COVID 19 – Discoteche aperte, giovani “sotto processo”. Lettera aperta. Ad ognuno le proprie responsabilità

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CAMPOBASSO –  Contagi e movida, dito puntato sui giovani, il dibattito è aperto ma ognuno si assuma le proprie responsabilità sui comportamenti che tiene. Il segretario dello Sci club Capracotta Pierino Di  Tella ci scrive così e ne pubblichiamo con molto piacere quanto pensa.

“Damo tutta la colpa ai ragazzi, siamo noi ad aver perso un poco alla volta il senso di comunità Oggi si tende a colpevolizzare i giovani per comportamenti poco consapevoli sul piano sanitario, si punta il dito in particolare contro la cosiddetta movida. È non ci sono dubbi sul fatto che in parecchi casi sia stata evidente l’irresponsabilità e la scarsa consapevolezza da parte di tanti ragazzi. Ma vorrei far notare che non sono dei diciottenni ad avere voluto la riapertura delle discoteche (tra l’altro nemmeno partecipano alla divisione degli utili del loro business). Se erano davvero un pericolo, perché non tenerle subito chiuse? (care regioni dove eravate? Perché non avete fatto un’ordinanza?) Non sono ragazzi coloro che si sono precipitati a riaprire i loro locali, senza preoccuparsi di far rispettare le regole di sicurezza (cari gestori, cari imprenditori non avete nulla da dire?). Non sono solo dei diciottenni coloro che durante le vacanze hanno finto che il problema COVID non esistesse più (alcuni politici senza scrupoli, alcuni giornalisti e uomini di spettacolo hanno fatto a gara nel negare le evidenze scientifiche, oltre una pletora di negazionisti di tutti i tipi). Ai ragazzi va certamente insegnato il senso di responsabilità verso se stessi, verso la vita e verso la comunità in cui si vive.

Ma è sbagliato scaricare su di essi colpe che non sono solo loro. È allora importante chiedersi se questa attitudine a colpevolizzare i giovani non sia un segnale di incapacità a pensare come comunità, come società responsabile e intelligente nel senso più profondo della parola. Per procedere dobbiamo affermare con tutta la forza che abbiamo che, la corresponsabilità è l’unico strumento a disposizione che abbiamo per incidere al meglio nella nostra società, essa è l’unica leva a nostra disposizione in questo periodo di COVID. Ognuno di noi è chiamato a contribuire per la propria parte: genitori, famiglie, educatori, insegnanti, politici, giornalisti, imprenditori, lavoratori, cittadini tutti. Nessuno può lavarsi le mani dando la colpa ai ragazzi. Esiste un’etica della responsabilità che guarda agli effetti delle azioni di ciascuno. Ciascuno è chiamato ad esercitare al livello che gli compete, e non deve trovarsi solo altrimenti saranno sempre i giovani a “pagarne il conto” e con loro il futuro di tutti.”

Caro Pierino qui è inutile fare delle classifiche di chi è più bravo nei comportamenti di comunità, di chi meglio rispetta le regole restrittive di chi indossa le mascherina di chi si lava o non si lava  le mani più volte al giorno di chi mantiene le distanze nella vita dei contatti quotidiani, misure attenzione insindacabili e irrinunciabili,  ragazzi giovani anziani dovrebbero capire, invece,  che siamo di fronte a un fenomeno sanitario emergenziale drammatico evidentemente ancora indecifrabile in qualche misura per il quale bisogna usare le massime precauzioni anche amministrative.

Le discoteche, su cui tu ti soffermi, non andavano aperte come non sono stati aperti gli stadi i palazzetti dello sport e quant’altro come non sono stati più autorizzati i concerti e altre forme di spettacole a rischio assembramento. La colpa non è dei giovani che una volta sulle piste da ballo non si tirano indietro da tutto quanto è piacevole in un luogo così e non andiamo oltre. per cui il contatto è inevitabile con tutte le conseguenze del caso, ma di chi in questo ultimo periodo ha combinato un gran casino. E mi fanno sorridere quelli che consigliano le discoteche con le mascherine. Ma è possibile una cosa del genere ? Ma avete frequentato qualche volta una discoteca? Il problema economico dei gestori è altra questione che andava e va discussa e risolta altrove, in un momento come questo conta soprattutto la salute delle persone tutte,  quelle delle sale da ballo e quindi dei giovani che poi vanno nelle famiglie e contagiano i componenti di quest’ultime e di quanti operano in situazioni di criticità. Qui o ci si mette in testa che ognuno deve essere responsabile in maniera spartana di ciò che fa quando esce di casa o mandiamo tutti e tutto  a carte quarantotto se sopravviene una seconda fese di isolamento e di quarantena! Il piacere possiamo rinviarlo anche a date di qualche mese  se è vero come è vero che la farmacologia starebbe approntando terapie ad hoc per il Covid 19 e che il vaccino corre in una capienza temporale di 5  o sei mesi !

il direttore

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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