
ISERNIA – In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Comandante Provinciale Carabinieri di Isernia, Tenente Colonello Gennaro Ventriglia, ha voluto sottolineare l’impegno quotidiano che tutti i Carabinieri, donne e uomini, pongono per contrastare tutti quei reati che vedono lesa la donna.
Il più grave in assoluto è quello comunemente chiamato “femminicidio”. Rientrano nella definizione sia gli omicidi di donne che avvengono in ambito relazionale, passionale, familiare e di vicinato, sia quelli compiuti da uomini che fuori dal contesto relazionale agiscono poiché considerano le loro vittime, donne o transgender, “inferiori” in relazione alla loro appartenenza al genere femminile.
Nel corso del 2020, il Comando Provinciale di Isernia, con le dipendenti compagnie di Venafro e Agnone in sinergia, ha proceduto per complessivamente circa 100 casi, riconducibili al fenomeno della violenza di genere, che hanno riguardato i maltrattamenti con lesioni verso familiari o conviventi, casi di violenza sessuale e atti persecutori o “stalking”, reato quest’ultimo che punisce quelle condotte reiterate di molestia o minaccia che causano rilevanti disagi psichici alla persona offesa.
La puntuale attività investigativa dei Carabinieri ha consentito di identificare e denunciare tutti gli autori dei reati in materia di violenza di genere, due dei quali destinatari di misure di custodia cautelare in carcere.
L’invito dei Carabinieri è sempre quello di trovare il coraggio, da parte delle vittime, di denunciare e segnalare ogni episodio di forma di violenza o ogni anomalo disagio.
I carabinieri di Isernia, consapevoli che la comunicazione e la sensibilizzazione sul problema rappresentano uno strumento fondamentale per la lotta alla violenza, consigliano alle vittime di:
- non confidare nei cambiamenti di carattere e di comportamento promessi da un soggetto violento e non lasciarsi influenzare negativamente dalle offese e dalle minacce;
- in caso di ferite o lividi andare quanto prima al Pronto Soccorso di un Ospedale e dichiarare la verità;
- chiamare appena possibile il 112, Numero Unico Europeo per le Emergenze;
- rivolgersi ad appositi centri che possono dare consulenze legali, bancarie e psicologiche gratuite o contattare telefonicamente il servizio 1522, gratuito e attivo 24h su 24, i cui operatori forniscono alle vittime, assicurando loro l’anonimato, un sostegno psicologico e legale nonché l’indicazione di strutture pubbliche e private presenti sul territorio a cui potersi rivolgere.
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