
CAMPOBASSO – Sfiducia a Toma, la mozione è lì in Consiglio regionale mentre sulla carta si preparano altre soluzioni soprattutto sul fronte dell’opposizione. Il M5S insieme al Pd non si arrende dopo il dietro front di Calenda cercando di approfittare dei malumori che comunque esistono nel centrodestra.
Posizioni che tuttavia da quanto successo ieri l’altro e in diverse circostanze durante questa legislatura portano a riflettere per le ricadute che tanto può avere sull’elettorato sulla persone della strada sull’opinione pubblica, tutti sfiduciati amareggiati arrabbiati per spettacoli che non appartengono alla politica ma a giochi di potere e di poltrone e di mantenimento di quest’ultime.
La crisi di giunta attraverso una mozione di sfiducia con 11 voti su 21 paventata annunciata quale ultima spiaggia ad una stagione che non regge più poi nel giro di qualche ora ripianata con il ritiro dei veleni precedenti e quindi con l’assegnazione di un assessorato che ha rimesso a posto i cocci, ci appare inaudito ma non perché si voleva godere di una soluzione annunciata in questo modo che comunque conserva anche le dovute contrapposizioni oggettive, ma perché abbiamo capito che la coerenza non ha né un origine né una fine. Ora ovviamente come si suol dire, ognuno si assuma le responsabilità di ciò che compie e i veri spettatori paganti e giudicano sono il popolo che certamente non dimenticherà.
Dunque la mozione a quanto pare va avanti ma a questo punto non si conosce la data della prossima convocazione dell’assemblea di palazzo D’Aimmo. Le firme sono quelle si pensa che resteranno, sono 10 e ne serve qualche altra. Intanto il Movimento Cinque stelle ci prova a provocare una parte della maggioranza invitando quelli che in passato hanno dimostrato atteggiamenti più critici verso la gestione Toma a firmare l’atto che sancisce la fine della Legislatura. In un’intervista rilasciata all’emittente Telemolise il capogruppo pentastellato sollecita il presidente del Consiglio Micone e l’assessore Niro a a far parte della squadra della sfiducia. Un gesto che difficilmente troverà le adesioni previste.
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