VENAFRO – Il Molise del futuro, il PD al lavoro per la sostenibilità

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VENAFRO – Si è chiuso l’incontro con i rappresentanti locali e i senatori Ferrazzi e D’Alfonso per progettare un futuro sostenibile.

“Venafro e il Molise: quale futuro sostenibile?” Questo il tema dell’appuntamento organizzato dal Partito Democratico e tenutosi in serata in Piazza Vittorio Veneto.

Hanno partecipato all’incontro il consigliere comunale e presidente regionale dell’associazione “Partecipazione Democratica” Stefano Buono ed il segretario del circolo PD di Venafro Giuseppe Notte che hanno dato inizio all’evento avviando una discussione che ha visto la partecipazione della consigliera regionale Micaela Fanelli  e dei senatori Andrea Ferrazzi (capogruppo PD in Commissione Ambiente e Territorio e vicepresidente della Commissione bilaterale sulle ecomafia) e Luciano D’alfonso (presidente della Commissione Finanze e Tesoro a Palazzo Madama).

Ospiti di grande rilievo e competenti nella materia oggetto della discussione che hanno dato vita ad un dibattito volto ad individuare un percorso progettuale importante per Venafro e per il Molise in generale. L’obiettivo è stato quello di analizzare le opportunità di sviluppo sostenibile al fine di poter sfruttare gli strumenti, quali il Pnrr, utili a valorizzare gli strumenti di sviluppo del territorio. Una riflessione sul futuro sostenibile della città e del Molise, aperta alle associazioni e ai cittadini utile ad individuare un progetto di sviluppo per la comunità e il territorio.

A tal proposito ottimismo e fiducia sono stati espressi da Micaela Fanelli: “Abbiamo un gruppo di giovani preparati e con voglia di ottimismo, anche in considerazione dei dati del Pil italiano che riprendono a salire in vista di un stagione nuova che deve lasciarsi alle spalle gli errori sia del modello istituzionale che del modello politico che i Molise sta conoscendo in questa fase. Noi siamo pronti per una riscossa – ha continuato la consigliera regionale – Stefano Buono è adatto ad accompagnare questa riscossa. Abbiamo due senatori di livello nazionale che ci aiutano a ragionare anche su dei temi specifici. Il nostro gruppo riesce a dare delle indicazioni di prospettiva, torneremo anche su temi di attualità come la ripresa delle attività produttive”.

Tra i temi toccati dalla consigliera Fanelli, anche le problematiche e le potenzialità di Venafro: “Consideriamo importanti i temi relativi alle aree interne del Molise, le infrastrutture di Venafro ma anche le potenzialità turistiche ed archeologiche di Venafro. Ci sono mille questioni da porre sotto i riflettori, è importante porre questi temi oggi anche a due anni dalle elezioni regionali, senza tralasciare le elezioni sul territorio: anche ad Isernia stiamo lavorando molto per un’alternativa di cambiamento”.

Sulla stessa lunghezza d’onda le dichiarazioni di Stefano Buono: “Oggi continua la riflessione che stiamo portando avanti da un po’ di tempo con iniziative territoriali sul futuro del Molise del 2030. Ma oggi inizia una riflessione anche sul futuro di Venafro, abbiamo voluto chiamare il ‘Laboratorio 86079’ con l’idea di chiamare a raccolta cittadine e cittadini, le migliori menti che abbiamo per immaginare insieme, in uno sforzo di progettualità, in che modo si possa lavorare per migliorare le cose. Il Molise ha una tendenza fisiologica ad andare dove indicano gli strumenti di programmazione. Per intenderci mi riferisco ad una tendenza green, al Recovery Plan, ad una vocazione naturale paesaggistica. Bisogna comprendere senza fare polemica ma in modo costruttivo e con ottimismo, quali sono le opportunità da sfruttare, partendo da una consapevolezza che abbiamo tante difficoltà dovute alla piccolezza del Molise e altre difficoltà dovute a mio giudizio da una mancanza di qualità che esprime la classe dirigente locale. Dobbiamo comprendere  qual è lo sforzo che insieme possiamo fare per cambiare radicalmente le cose nei prossimi anni”

Sulla situazione inerente la sostenibilità a Venafro, il consigliere Buono ammette: “A Venafro la situazione non è delle migliori, siamo ultimi per raccolta differenziata, c’è un centro storico che non viene vissuto, la qualità della vita dei cittadini è ai minimi storici. Anche il Molise purtroppo in tante classifiche si ritrova agli ultimi posti, l’ ultima relazione di Bankitalia ci consegna una situazione impietosa dalla quale emerge una Regione che perde 4000 abitanti l’anno e che se si dovesse continuare in questo modo nel giro di quarant’anni arriverebbe addirittura al di sotto di 200 mila abitanti. Se non facciamo di questa piccolezza una capacità e una agibilità di governo è fisiologico che si stia cominciando a parlare anche di una riforma e di una aggregazione con le Macroregioni”.

Presenti all’incontro anche i due senatori Ferrazzi e D’alfonso, che a Palazzo Madama si occupano di materie inerenti alla discussione odierna.

Ferrazzi, già assessore all’Urbanistica del Comune di Venezia, ha sottolineato il connubio tra sostenibilità e città in quanto “la stragrande maggioranza delle persone ormai vive nei centri urbani e secondo tutte le analisi sia a livello nazionale che a livello internazionale sempre di più i centri urbani sono i luoghi della produzione, del lavoro e quindi anche dell’inquinamento”. Proprio in questo senso, il senatore Ferrazzi considera fondamentale valorizzare un modello di città integrale e sostenibili: “La sostenibilità ambientale deve stare insieme alla sostenibilità economica e la sostenibilità sociale in generale. Si tratta di un concetto universale che va calato nelle situazioni perché la realtà del Molise è del tutto diversa rispetto alla città e urbana del nord. La città per me è il luogo in cui vive la Comunità,  se una famiglia vive bene nella propria casa e la casa è di qualità la famiglia vive e cresce bene. Allo stesso modo l’urbanistica costruisce la casa dove vive la comunità locale e se la casa della comunità locale è fatta male le persone stanno male e la comunità sta male e cresce male. Bisogna quindi evitare lo sfruttamento del territorio in maniera indifferenziata, lasciando dei buchi neri nei centri urbani e nei centri storici, continuando a costruire cubatura nel territorio delle campagne costruendo in maniera indifferenziata spesso brutture, consumando suolo, contraddicendo il principio della gestione e della della valorizzazione delle diversità. Ci sono città deliranti che costruiscono comunità di persona che le vivono spaesate impaurite, senza luoghi della rappresentazione e dello stare insieme. La grande sfida delle città è soprattutto questa, mettere insieme un’urbanistica a modello delle comunità locali”.

Il senatore D’Alfonso, invece, si è soffermato sulla possibilità di portare la sostenibilità ambientale in Molise e nello specifico nel settore urbanistico: “E’ necessario fare in modo che si realizzi una coscienza collettiva, che venga tematizzato questo grande valore. Ci sono procedure convenienti, risorse e alla fine ci guadagna anche chi fa parte di questa bella Comunità dei molisani di oggi ma anche di coloro i quali saranno cittadini quotidiani di domani e dopodomani.

La sfida – ha dichiarato D’Alfonso –  è quella della qualità, della sostenibilità, del rispetto del creato. Lo si è fatto altrove, per esempio in molte regioni del nord Europa questo è già un dato di fatto ed è vitale livello quello che si realizzato che c’è un attrattiva, una collocazione turistica, economica, di nuova economia per la quale molti sono richiamati dal mondo. Finalmente anche in Italia si è posta questa priorità nell’agenda del Paese e anche nell’agenda dei territori. Il Molise ha le carte in regola per candidarsi anche per una funzione di leadership sul fronte della crescita sostenibile e della transizione. Molti parlano di transizione, ma è importante una transizione economica verso la sostenibilità ecologica e anche energetica, ci sono nuove professioni, formazioni dedicate, giovani generazioni che sono in attesa di transizione”.

D’Alfonso ritiene importante sotto questo punto di vista, e al fine di avviare una vera transizione ecologica ed economica, l’accorpamento delle Regioni: “Le istituzioni evolvono quando ci sono le necessità o quando ci sono grandissime idealità che spingono in avanti. Noi siamo in un punto nel quale questi due aspetti stanno facendo emergere che non c’è altra strada che organizzare una nuova forma di cooperazione delle Regioni. Ci sono le macroregioni che presto entreranno nel dibattito nazionale ed europeo ma ci sono anche le cooperazioni rafforzate. Bisogna iniziare a fare cooperazione rafforzata per le infrastrutture, per l’approvvigionamento energetico, per la collocazione turistica, anche per la soddisfazione della domanda di acqua. Su questo le regioni da sole non ce la fanno a vincere la sfida, bisogna mettersi insieme come richiesto dalla Costituzione e dal dibattito politico”.

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