
CAMPOBASSO – Tra le migliaia di rifugiati in fuga dall’Afghanistan, 63 sono destinati ad arrivare in Molise nelle prossime settimane.
La difficile situazione internazionale e il ritiro dei militari americani dall’Afghanistan hanno determinato un vero e proprio dramma per le popolazioni colpite dal ritorno dei talebani. Se nei prossimi mesi saranno decine di migliaia i profughi che molto probabilmente si riverseranno in Europa e in Italia, ad oggi la fuga da Kabul ha coinvolto migliaia di persone, per lo più collaboratori degli occidentali che in questi giorni sono riusciti a fuggire. Il ponte aereo organizzato dai Paesi occidentali dovrebbe restare in piedi fino al 31 agosto, termine fissato dai talebani per l’evacuazione, ma i risvolti e gli attentati terroristici delle ultime ore potrebbero bloccare l’accesso all’aeroporto di Kabul e di conseguenza accelerare o bloccare definitivamente la fuga verso i Paesi occidentali. Una situazione incerta, drammatica che chiama in causa anche il nostro Paese, uno dei principali protagonisti dell’ormai fallita missione “Enduring Freedom”.
A Fiumicino sono arrivate circa 3 mila persone, collaboratori delle istituzioni italiane e loro familiari, che saranno smistate dal Ministero dell’Interno nei Comuni della penisola. In Molise arriveranno 63 rifugiati. Di questi, un terzo destinati alla provincia di Isernia e due terzi alla provincia di Campobasso. A renderlo noto è stato il Presidente della giunta regionale Donato Toma a seguito della riunione che si è tenuta ieri alla prefettura di Campobasso e alla quale hanno partecipato i sindaci e i rappresentanti delle province di Campobasso e Isernia, i questori e l’Anci.
I rifugiati destinati al Molise, dopo una quarantena dovuta alle normative Covid presso le strutture dell’Esercito Italiano, dovranno essere accolti in alberghi, pensioni, centri di accoglienza per poi essere accolti in strutture Sai o Cas. Una macchina organizzativa che non dovrebbe andare in affanno considerato il basso numero di persone da accogliere ma che lascia emergere la problematica relativa al reperimento del personale che dovrà gestire l’accoglienza come mediatori linguistici e culturali.
Le istituzioni si sono dichiarate pronte a dare massima disponibilità e sono già diversi i sindaci pronti a mettere a disposizione le proprie strutture per l’accoglienza. In particolare il sindaco di Campobasso Gravina e il sindaco di Isernia D’Apollonio sono già al lavoro per preparare e quantificare gli spazi destinati all’accoglienza. In queste ore l’Anci sta operando una ricognizione al fine di individuare i Comuni e le strutture disponibili.
A Venafro, dove presso il centro Sai è già ospitata una famiglia afghana, l’amministrazione si è attivata per garantire altre accoglienze mentre il sindaco di Macchiagodena ha già dato disponibilità ad accogliere almeno una famiglia.
M.A.
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