
CAMPOBASSO – Con l’aumento delle restrizioni anticovid e l’avanzata inesorabile della Pandemia si ripresenta in termini sempre più seri e drammatici una situazione economica difficile dei settori produttivi nell’agroalimentare che non trova spazi nei mercati sempre più contratti con il conseguente crollo dei prezzi (ndr. fino a questo momento però succede il contrario con prezzi alle stelle anche nel settore agroalimentare che si riflette sulle fasce sociali più deboli).
Il consigliere regionale del M5S Vittorio Nola fa il punto della situazione suggerendo modifiche strutturali al sistema, interventi lunghi, a nostro parere, e complicati rimasti irrisoluti dopo 4 anni di legislatura consiliare rimasti arrugginiti da mozioni e ordini del giorno a cui il Governo regionale non ha dato un pizzico di attenzione, figuriamoci se è possibile concretizzarli da subito da domani o dopodomani. Le soluzioni che servono sono immediate se ne studino come tali. I problemi di cui accenna Nola dovrebbero far parte di programmi precisi finalizzati e calendarizzati a tempo non coperti con gli abiti di Pulcinella, con una presa di coscienza che deve essere un patto di ferro tra politica istituzioni e cittadini del Molise
“E’ un problema serissimo su cui la politica deve riflettere con urgenza: bisogna evitare che le conseguenze del recente aumento di contagi si abbattano, ancora una volta, su alcune categorie di lavoratori e su interi segmenti economici. Parlo di cittadini e aziende già duramente vessati dall’aumento delle tariffe energetiche, del costo dei carburanti e dei mangimi e dai danni causati dai cinghiali.
I settori che registrano le maggiori difficoltà sono, per citare alcuni esempi, la filiera agroalimentare, la zootecnia, la ristorazione e il turismo. Comparti legati tra loro a doppio filo, anche per l’enorme calo negli acquisti di cibi e bevande, da parte di privati e ristoratori, in seguito alle numerosissime disdette dei giorni scorsi. Problemi che, a cascata, stanno travolgendo intere filiere produttive.
Un quadro drammatico, aggravato dall’aumento della spesa energetica, che sta riducendo il potere d’acquisto di cittadini e famiglie, ma che sta anche causando un notevole aumento dei costi per le imprese agroalimentari, già particolarmente alti in inverno. Insomma, la situazione per i nostri imprenditori è delicatissima.
A ciò si aggiunga poi un annoso problema irrisolto: molti agricoltori subiscono periodicamente ingenti danni causati dai cinghiali. Ecco allora che lo scenario si fa davvero preoccupante. Bisogna quindi adoperarsi per invertire il trend, perché se a causa di tutte queste criticità i prezzi agricoli dovessero crollare, oppure le produzioni non dovessero trovare nuovamente mercato, i debiti maturati resterebbero sul groppone di chi ha accettato le misure del Psr.
E spetta alla politica trovare le opportune soluzioni, stimolare accordi tra agricoltura, industria e distribuzione e utilizzare le risorse messe a disposizione dall’Europa per creare marchi di qualità. Non è più il tempo di limitarsi a semplici richieste di ristoro o alla semplice elaborazione di bandi. Eppure sono le uniche cose di cui, da tre anni a questa parte, si è occupato l’assessore all’agricoltura, Nicola Cavaliere.
C’è tanto lavoro da fare: anche il calendario venatorio, ad esempio, dovrebbe essere sincronizzato con quello delle Regioni confinanti, altrimenti le mandrie di cinghiali che operano tra i confini interregionali si spostano dove non ci sono cacciatori, proliferano in tranquillità, e poi invadono di nuovo e più numerosi i nostri territori”.
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