CAMPOBASSO – Si è conclusa oggi, 30 marzo 2022 l’ottava Assemblea elettiva di Cia Agricoltori italiani del Molise.
Eletto all’unanimità il neo presidente Luigi Santoianni, volto storico della Cia Molise, che sostituisce Nicolino Potalivo. Riconfermato alla guida in qualità di direttore regionale Donato Campolieti. Subito dopo sono stati ratificati anche il consiglio direttivo e il comitato esecutivo.
Una squadra che porterà avanti gli obiettivi sui quali Cia Molise sta lavorando da anni. “Alla base di ogni iniziativa c’è sempre il confronto e la critica costruttiva. “Oggi basta fare un tweet – dice il neo presidente Luigi Santoianni – e si comunica con tutti, con l’assessore di turno, con il presidente, ma noi preferiamo il metodo classico, ovvero gli incontri sul territorio, negli uffici della Confederazione, ascoltare le problematiche dalla voce dei singoli agricoltori, allevatori, di tutti gli associati”. Un ringraziamento è stato rivolto al presidente uscente Potalivo “Faccio un passo di lato, perché la Confederazione ha bisogno di molte attenzioni e io ho un’azienda che mi reclama quotidianamente”.
La Cia Molise è impegno costante e dedizione profuse su ogni singola attività e/o iniziative necessarie per migliorare, potenziare e tutelare i comparti dell’agricoltura e della zootecnia. Son un esempio la lotta per le quote latte, per il rincaro delle materie prime, il contrasto al lavoro sommerso, le battaglie per garantire liquidità alle aziende e il reddito ai lavoratori in agricoltura, le azioni per tutelare gli imprenditori dai danni della fauna selvatica e i tavoli verdi per equilibrare il prezzo del latte alle stalle.
“Non si è fatto nulla in Molise – spiega il direttore Campolieti nel suo intervento – per risolvere la questione del prezzo del latte. Siamo l’unica regione – puntualizza – che non ha dato seguito all’accordo dello scorso 10 novembre sul prezzo minimo del latte da garantire alle stalle. La parte politica, come quella istituzionale se ne lava le mani. L’agricoltura – continua ancora Campolieti – in Molise rappresenta con il suo 10% una fetta importante dell’economia. Ci sono 1200 aziende zootecniche, 700 aziende produttrici di latte, un settore in espansione è quello avicolo con 190 allevamenti. Sono settori produttivi che creano economia. Un dato allarmante su cui la Cia Molise lavora da anni è la reticenza della formula associazionistica. Troppe le esperienze negative accumulate nel tempo – continua ancora nel suo intervento il direttore – Sono state esperienze fallimentari, per un solo motivo, per la commistione pubblico- privato, dove a rimetterci è stato sempre il privato, quindi gli allevatori e gli agricoltori e dove il pubblico, invece ha cercato di fare politica condizionando e compromettendo le attività e le filiere propositive. Ci sono filiere fallite per scelte scellerate nazionali ed europee, ma ci sono filiere che sono fallite per incompetenze, incoerenze e irresponsabilità sistematica regionale”. Durante i lavori assembleari si è discusso anche della legge 157 del 1992 che riguarda le norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. “Il tema non è più il problema dei cinghiali – chiosa Campolieti- ma è emergenza ungulati, che riguarda la pubblica incolumità, l’aspetto sanitario e i danni agli agricoltori, che sono stanchi sia di ricevere danni e sia di chiedere risarcimenti. Gli agricoltori chiedono la libertà di fare impresa agricola, di scegliere quale coltura praticare nei propri campi”.
Sul tema dell’emergenza ungulati l’Assemblea ha posto l’accento, lo chiedono gli associati, le aziende agricole, gli imprenditori e i cittadini. Occorre individuare una soluzione, pena la chiusura di molte aziende agricole le cui colture sono sistematicamente distrutte dai cinghiali. “In Molise abbiamo una popolazione di ungulati superiore a quella umana- ironizza amaramente Campolieti – durante la pandemia gli unici che uscivano senza certificazione erano gli agricoltori che dovevano garantire le derrate alimentari e i cinghiali. Eppure nonostante le proteste e le richieste, nulla è stato fatto, in primis dalla regione, che scarica la colpa al governo nazionale”. E sulla questione dell’emergenza ungulati la posizione del presidente Santoianni è molto critica “Con l’emergenza cinghiali arrivano anche tutti i nodi al pettine. Il presidente nazionale Scannavino – ricorda Santoianni – presentò nel 2019 una proposta di legge per modificare quella del 1992. Se non si parte da una modifica di quella legge non si affronta l’emergenza, che va avanti ormai da anni”. Sull’argomento della legge 157 il presidente Santoianni puntualizza “l’assessore regionale Cavaliere in questi 4 anni ha concentrato sulla sua persona ben tre deleghe, quella di assessore all’agricoltura, alla caccia e per un lungo periodo anche assessore all’ambiente. Solo in Molise i tre mondi che si devono confrontare sono concentrati nella stessa persona e poi non dimentichiamo che è anche praticante, proviene dal mondo delle associazioni venatorie. Sarà forse per questa sua conoscenza globale che quando nel 2019 la Cia presentò all’assessore Cavaliere la proposta di modifica della legge partendo dal presupposto di non parlare più di tutela e protezione della fauna selvatica, bensì di gestione della fauna selvatica, lo stesso assessore mostrò scarso entusiasmo, liquidandoci con un giudizio superficiale sulla legge, che ancora oggi gli agricoltori reputano fuori luogo e privo di iniziativa. L’assessore non si è mai espresso sulla modifica della legge, non c’è traccia di un suo intervento legislativo che modifichi la legge sull’attività venatoria e di tutela della fauna selvatica. L’assessore deve essere chiaro, ci dica cosa ne pensa della nostra proposta e soprattutto ci indichi la soluzione, auspicando che la mancata trattazione in questi anni del tema caro a molti, compreso i cittadini, non dipenda dalla sua attività venatoria”. A conclusione dell’assemblea, il comitato esecutivo si è subito messo al lavoro con diversi punti all’ordine del giorno.
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