CAMPOBASSO – Il commento con la stampa sull’approvazione della pdl sulla sanità che ha visto il centrodestra spaccarsi di nuovo ieri in Consiglio regionale, riguardante la rimodulazione degli ospedali molisani nelle linee guida del Piano sanitario, è stata l’occasione per Michele Iorio per riconfermare la sua sfida a Toma per le Regionali del 2023.
L’ex Governatore ora in Fratelli d’Italia che ha dichiarato di restare nel centrodestra, appare determinato a riproporre la sua ricandidatura insieme ad un gruppone civico, se sarà possibile, “per salvare la sanità che non si può lasciare ai tavoli tecnici romani e quindi gli ospedali regionali.” E qui lo stesso ex Governatore annuncia la possibilità anche di proporre l’indizione di un Referendum popolare. Per il voto sulla legge non c’è alcuna speculazione politica, ha detto, rispondendo ad alcune accuse politiche arrivate dalla stessa maggioranza, sottolineando che il Consiglio regionale con il passi alla legge firmata da lui Calenda e Romagnuolo, finalmente si è appropriato dei suoi poteri costituzionali.
Una posizione agguerrita quella di Iorio che probabilmente già si allena per una campagna elettore molto dura e che parte dalla sanità dove si consumerà una battaglia che disegna in avanscoperta la strategia dell’ex Governatore. Iorio, poi, riportandosi alla legge approvata in Consiglio e a quanto viene deciso a Roma sugli obblighi del prossimo Piano sanitario a cui ancora deve sottostare la sanità in Molise, ha tenuto a precisare che il compito per il quale l’attuale Governatore è stato eletto è quello di presidente e non di Commissario ad acta . E qui l’inghippo. In qualità di Commissario Toma dovrebbe impugnare la legge approvata in Consiglio se ritenuta contrapposta a quanto si decide nei confronti ministeriali e se problematica con i vincoli dei tavoli tecnici ministeriali . Ergo secondo Iorio se Toma commissario e presidente non condividesse la pdl e quindi la impugnasse dovrebbe dimettersi da commissario e qui secondo l’ex governatore avrebbe la solidarietà del Consiglio, o da presidente se fosse in linea con quanto lo vincolano le precisazioni romane. Conclusione: una questione non facile da dirimere da parte del Governatore Toma che assente in aula ieri mattina si trova in un imbuto politico visto che anche una sua assessora Calenda si è unita a Iorio e Romagnuolo nella votazione mandando in tilt la Maggioranza. Due i problemi da risolvere da parte del Governatore. Uno politico con un tagliando, come dice lui, da fare in vista della conclusione della legislatura quando proprio una sua componente di Giunta si mette di traverso alla Maggioranza, e l’altro tecnico che riguarda prettamente “l’accoglienza” della legge.
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