ISERNIA – Lunedì 1° agosto riaprirà il Museo Archeologico Nazionale di Santa Maria delle Monache

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ISERNIA – Lunedì 1° agosto riaprirà il Museo Archeologico Nazionale di Santa Maria delle Monache con la presentazione al pubblico di oggetti d’arte, testimonianze della vita quotidiana e documenti relativi alla civiltà delle popolazioni che hanno abitato Isernia e l’Alto Molise, tra il VI secolo a.C. e gli inizi del XV secolo d.C.

Lunedì 1° agosto riaprirà il Museo Archeologico Nazionale di Santa Maria delle Monache con la presentazione al pubblico di oggetti d’arte, testimonianze della vita quotidiana e documenti relativi alla civiltà delle popolazioni che hanno abitato Isernia e l’Alto Molise, tra il VI secolo a.C. e gli inizi del XV secolo d.C. 

Il progetto espositivo illustra i caratteri dell’antica Aesernia, una fondazione romana nel contesto socio-culturale delle genti del Sannio ancora indipendente, sollecitando riflessioni sull’incontro di due civiltà, la latina e l’italica, che con la loro integrazione hanno dato origine alla specificità culturale del Molise moderno.

Tra i documenti che arricchiscono il Museo isernino c’è il calco in gesso alabastrino della famosa insegna di L. Calidius Eroticus. L’originale dell’iscrizione lapidea, ritenuta proveniente da Macchia d’Isernia, è conservato al Musée du Louvre di Parigi.

Altra opera importante che sarà possibile ammirare a Santa Maria delle Monache è una lastra policroma d’ambito funerario raffigurante Mercurio Psicopompo (Hermespsychopompos), rinvenuta a Isernia e conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli che ne ha concesso il prestito.

L’esposizione isernina comprende, inoltre, graffiti incitanti ai gladiatori Etruscus e Priscus, la colonna di un tempio del III secolo a.C., il ritratto di un gladiatore premiato dopo la vittoria e un Lare danzante proveniente dagli scavi di Pietrabbondante.

La cerimonia di riapertura si terrà alle ore 17:30 con interventi del prof. Massimo Osanna (Direttore generale Musei), del dott. Enrico Rinaldi (Direttore regionale Musei Molise), del prof. Adriano La Regina (presidente INASA) e dell’arch. Enza Zullo (direttore del Museo Archeologico Nazionale di Santa Maria delle Monache).

𝐈𝐒𝐂𝐑𝐈𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐋𝐀𝐏𝐈𝐃𝐄𝐀 𝐃𝐈 𝐋. 𝐂𝐀𝐋𝐈𝐃𝐈𝐔𝐒 𝐄𝐑𝐎𝐓𝐈𝐂𝐔𝐒
L(ucius) Calidius Eroticus sibi et Fanniae Voluptati v(ivus) f(ecit). Copo, computemus. Habes vini (sextarium) I, pane(m) a(sse) I, pulmentar(ium) a(ssibus) II. Convenit. Puell(am) a(ssibus) VIII. Et hoc convenit. Faenum mulo a(ssibus) II. Iste mulus me ad factum dabit!
TRADUZIONE
𝐿𝑢𝑐𝑖𝑜 𝐶𝑎𝑙𝑖𝑑𝑖𝑜 𝐸𝑟𝑜𝑡𝑖𝑐𝑜 𝑓𝑒𝑐𝑒 𝑑𝑎 𝑣𝑖𝑣𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠è 𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝐹𝑎𝑛𝑛𝑖𝑎 𝑉𝑜𝑙𝑢𝑡𝑡à.
𝑂𝑠𝑡𝑒, 𝑓𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑖𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑜.
𝐻𝑎𝑖 𝑢𝑛 𝑠𝑒𝑠𝑡𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑛𝑜, 𝑢𝑛 𝑎𝑠𝑠𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑙 𝑝𝑎𝑛𝑒, 𝑑𝑢𝑒 𝑎𝑠𝑠𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑒 𝑝𝑖𝑒𝑡𝑎𝑛𝑧𝑒.
𝐷’𝑎𝑐𝑐𝑜𝑟𝑑𝑜.
𝐿𝑎 𝑟𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑠𝑠𝑖.
𝐸 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑢 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑜𝑟𝑑𝑜.
𝐼𝑙 𝑓𝑖𝑒𝑛𝑜 𝑎𝑙 𝑚𝑢𝑙𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑑𝑢𝑒 𝑎𝑠𝑠𝑖.
𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑚𝑢𝑙𝑜 𝑚𝑖 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑒𝑟à 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑜𝑣𝑖𝑛𝑎!
La stele (o forse l’insegna) di Calidio Erotico è una pietra di circa 440 kg che risale all’età imperiale (I-II secolo d.C.). Fu probabilmente rinvenuta presso una taverna nei pressi di Macchia d’Isernia. Oltre all’iscrizione riporta la raffigurazione di un oste e di un avventore della taverna col suo mulo. Di questo singolare reperto, il cui originale è conservato al Museo del Louvre dal 1901, esistono due “calchi conformi”.
C.C.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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