CAMPOBASSO – Corte dei Conti, le irregolarità rilevate nel Bilancio regionale sono state subito oggetto di contestazione nei confronti del centrodestra e di Toma.
Il capogruppo Dem in Consiglio regionale Micaela Fanelli ha sottolineato “La fantasia supera la realtà. Gravissime e pericolose per il Molise le irregolarità sui conti della Regione accertate dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, nella cerimonia di parifica – che segue l’adunanza del 2 dicembre – e che si è svolta oggi a Campobasso. Per l’esercizio 2021 il pubblico ministero ha, infatti, chiesto alla Sezione di controllo per il Molise di impugnare il rendiconto 2020, il bilancio previsionale 2021-2023 e l’assestamento del bilancio di previsione. Sospendendo il giudizio. Nonché di impugnare le leggi 3, 6 e 7 del 2001. Rispettivamente: previsionale, rendiconto e pluriennale. E la Corte ha accolto la richiesta”.
“In particolare, la Corte sul rendiconto 2021, – continua Fanelli – in base alla verifica di attendibilità, dichiara non regolari i saldi di impegni riguardanti 8 residui per circa 500 mila euro. Ma molto più pesante è che si è deciso di sollevare questione di costituzionalità sul rendiconto dell’esercizio finanziario 2020 perché lo stesso si discosta da quello parificato dalla Corte. Sugli equilibri di bilancio, inoltre, non risulta regolare il prospetto di amministrazione per la parte in cui: 1) il fondo crediti di dubbia esigibilità non registra 17 milioni 2) 16 milioni in meno del residui perenti senza motivi a fondamento 3) 600 mila per fondo contenzioso 4) 5 milioni mancano per fondo debiti fuori bilancio 5) 25 milioni per fatture non coperte.
In conclusione, per questo si sospende la parifica su bilancio, stato patrimoniale e conto economico e si solleva la questione di costituzionalità per violazione degli articoli 81, 97 e 119 della Costituzione. In particolare, per la legge 6/21 (rendiconto); 3/21 (bilancio pluriennale); e 7/21 (assestamento e modifiche delle relative leggi regionali: artt. 1,3,4,5).
Sugli atti contabili del governo Toma la Corte dei Conti ha così apposto – di nuovo e questa volta con maggiore convinzione – un grande e immenso bollino rosso, certificando come gli equilibri finanziari del Molise siano ai limiti della sostenibilità. E a nulla servono le lacrime di coccodrillo di un presidente che a 4 anni e mezzo dal suo insediamento, nell’ultima seduta del Consiglio regionale, ha ammesso gli enormi debiti della Regione Molise, di cui forse evidentemente si è accorto solo ora.
A differenza, invece, della Corte dei Conti che ogni anno ha acceso un semaforo rosso sui conti della Regione guidata dal centrodestra e che, questa volta, ha effettuato tante, decisamente troppe, sottolineature sulla determinazione del disavanzo, per il quale gli stanziamenti previsti dal governo regionale non sono stati stimati in base alle reali esigenze di copertura, con la gravissima conseguenza – dice la Corte dei Conti – che “il disavanzo al 31 dicembre 2021, così come determinato dall’amministrazione regionale, risulta di dubbia legittimità”.
Il tutto mentre leggiamo affranti come lo stesso disavanzo, se ripartito fra i cittadini, gravi sulla testa di ogni molisano per circa millesettecento euro: 1.698,48 euro per l’esattezza. Un valore questo che, non solo è cresciuto dal 2020, ma è anche quello più alto di tutte le regioni d’Italia: 15 volte superiore a quello dell’Umbria e 19 volte rispetto alla Basilicata. Insomma sono bastati 4 anni di governo Toma per rendere i molisani i cittadini più indebitati d’Italia.
E sugli stessi obblighi di ripiano a cui la Regione non adempie e dai quali, invece, si allontana ogni anno sempre di più la Corte dei Conti avverte: l’obiettivo non potrà essere raggiunto a meno che non si decida di fermare tutte le funzioni istituzionali: basti pensare, infatti, che l’intero volume degli stanziamenti, esclusi i settori di sanità e trasporti, ammonta a circa 206 milioni di euro, mentre l’obiettivo di ripiano a quasi 62milioni di euro.
Molto critiche le specifiche parti relative ai due settori principali. Per la sanità con le conseguenze delle aliquote delle “tasse” al massimo e dei livelli delle prestazioni sotto la media regionale. Per altro, con informazioni mancanti. Se infatti è chiaro che con la misurazione Lea, sotto il governo Toma prima parte mandato (2019 su 2018), si è registrato un peggioramento (150 il Molise, a fronte del 160 minimo), ad oggi, e con il nuovo meccanismo di misurazione, non sono noti le relative informazioni.
La mobilità fa segnare un più 27 milioni, fra crediti (più 87) e debiti (meno 59 milioni).
Gravissime, inoltre, anche le irregolarità accertate dalla sezione regionale di controllo sui conti dell’Asrem sempre più in rosso: l’azienda sanitaria nel 2021 ha, infatti, registrato un incremento delle perdite addirittura del 74% in più rispetto all’anno precedente, per una cifra che va oltre i 40 milioni di euro.
Toma, infine, nella sua “replica finale” sul disavanzo di amministrazione del 2021 ha evidenziato come “41 milioni non si possono trovare in un solo anno”. Si tratta di quelli che lui sostiene essere il disavanzo effettivo regionale; laddove la Corte, tuttavia, lo quantizza in ulteriori 65 milioni.
Avrebbe pertanto chiesto per 41 milioni al Ministro per la coesione, Raffaele Fitto, con una nota ufficiale l’anticipazione del Fondo Sviluppo e Coesione, dovuto al Molise, sul nuovo settennato. Ad oggi, sembrerebbero non esserci risposte, anche perché le regole di quel fondo impedirebbero la copertura di tali somme. Ma qualora Fitto compisse un miracolo di forzatura in favore di Toma, quello che è certo è che i soldi destinati agli investimenti se ne andrebbero per coprire “debiti”. E non è una sciocchezza. Per fare un raffronto, è la quota con la quale realizzeremmo la strada Fresilia.”
“E i guai non finirebbero qui. -conclude la capogruppo Dem – I presupposti per impugnare anche il futuro rendiconto ci sono tutti. Una catena di Sant’Antonio di guai finanziari in cui ci lascia questo Governo regionale. Inoltre, al quinto anno di legislatura la questione della continuità amministrativa, ovvero che la colpa è degli altri e che Toma ha solo ereditato i guai, non è più credibile. In cinque anni non ha mai fatto nulla rispetto alle bacchettature della Corte che tutti gli anni ha parificato con riserve enormi e che questo anno, l’ultimo, ha deciso di non farla passare liscia. Un bollino di totale incompetenza al tecnico dei bilanci. La palla passa presto alla nuova legislatura regionale, ma per Toma e il governo di centro-destra questa è una bocciatura definitiva.”
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