CAMPOBASSO – Strade storiche e “monumentali” da riscoprire e valorizzare come itinerario privilegiato di un turismo attento e curioso. A ripercorrerle è il libro di Oreste Rutigliano, consigliere nazionale di Italia Nostra, dal titolo “Strade storiche. Monumenti da salvare”.
Il volume sarà presentato in un evento, organizzato da Italia Nostra Campobasso con il patrocinio del Comune di Campobasso, venerdì 16 dicembre alle ore 17.00 presso il Circolo Sannitico, in Piazza Pepe. Dopo i saluti istituzionali, l’autore dialogherà con il giornalista RAI Claudio Vedovati. L’incontro sarà moderato dalla giornalista e socia di Italia Nostra Miriam Iacovantuono.
Italia Nostra Campobasso da anni, attraverso i suoi volontari, lavora per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, il risanamento ambientale e la promozione di uno sviluppo sostenibile, dispiegando la sua azione di denuncia, tutela ed educazione. Attenta al paesaggio, attraverso incontri culturali si propone di diffondere la cultura della valorizzazione e della salvaguardia del territorio e con questo scopo ha inteso organizzare la presentazione del libro “Strade storiche. Monumenti da salvare” di Oreste Rutigliano.
L’autore è un convinto difensore del paesaggio per la cui conservazione si è battuto e si batte contro gli scempi che in questi ultimi decenni il paesaggio storico-culturale, agrario o naturale è costretto a subire.
Nel suo libro l’autore mette in evidenza come le strade storiche “rotabili” sono l’itinerario privilegiato per ritrovare e conoscere l’Italia di un tempo, sul cui tracciato salvare e ricostruire il paesaggio italiano.
Molte di queste arterie, veri e propri monumenti, sono state distrutte o cancellate, perdendosi così la possibilità di ammirare sublimi paesaggi che si snodano lungo il loro tracciato. Anche il Molise ha le sue strade storiche, lungo il cui percorso si può ammirare il multiforme paesaggio molisano. Evocando le bellezze delle strade “monumentali”, Rutigliano auspica che esse vengano riscoperte e risistemate, anche con le finalità di incoraggiare un turismo “attento, lento e curioso”, soprattutto diretto alle aree interne, “ultimo baluardo del paesaggio storico”.
G.C.
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