
VENAFRO – Non ci sarà più il medico della postazione del 118, una scelta che incide fortemente sul diritto alla salute dei cittadini.
Continuano i tagli e la riduzione di personale per la sanità molisana, sempre più depotenziata e meno adatta a offrire servizi adeguati ai cittadini. Da venerdì 7 aprile non ci sarà più, infatti, il medico presso la postazione del 118 di Venafro. Il provvedimento dell’Asrem si è reso necessario a seguito della reazione del sindaco Saia e delle proteste partite da Agnone, sede che inizialmente avrebbe dovuto perdere il medico del 118 per le ore notturne e che ora potrà usufruire delle prestazioni del medico del 118 del SS Rosario. Una vera e propria sollevazione popolare e politica quella di Agnone e dell’Alto Molise, nata dalla decisione di togliere il presidio medico in alcuni turni nella settimana di Pasqua, che ha portato l’Asrem ad un ripensamento ma che determina una sorta di incomprensibile competizione tra diverse zone del territorio nella quale a rimetterci sono i cittadini.
La postazione venafrana resterà quindi coperta solo da due operatori sanitari. Una decisione che penalizza fortemente i cittadini di Venafro e dell’intero comprensorio. La postazione del 118 copre una media di circa dieci interventi al giorno, questa la stima che i medici al momento in servizio a Venafro hanno fatto. Si tratta dunque di una postazione che offre un servizio importante, per un’utenza numerosa.
“Le conseguenze andranno a ricadere sull’intera provincia di Isernia – ha spiegato il dottor Eraclio Montanaro, medico del 118 di Venafro – con una reazione a catena che andrà a penalizzare in particolar modo il comprensorio venafrano”. In caso di emergenze sarà infatti necessario aspettare l’arrivo del medico da Isernia. Un duro colpo per un territorio che negli ultimi anni ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze di un sistema sanitario che si è dimostrato inadeguato a causa degli annosi problemi a cui non si riesce a trovare soluzione.
Particolare sconforto è stato espresso dalla popolazione di Venafro che si sente abbandonata al proprio destino a seguito di una decisione che ha provocato risentimento e polemiche.
M.A.
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