CAMPOBASSO – Molisani ci siamo. Quelli che ci governeranno per i prossimi 5 anni sono nelle 14 liste presentate stamattina al Tribunale ordinario di Campobasso.
Sette appartenenti al centrodestra guidato da Francesco Roberti, sei del centrosinistra con a capo Roberto Gravina, una con Emilio Izzo “Io non voto i soliti noti”. Quindi 3 aspiranti presidenti e 270 consiglieri in lizza per accomodarsi nell’aula di palazzo D’Aimmo dove siederanno solo venti membri più il presidente della Regione. Ventuno persone che dovranno ridare un nuovo volto e soprattutto una speranza di esistenza in quanto tale a questa Regione.
Da dove dovranno ricominciare? Non lo sappiamo non perchè non conosciamo quanto è successo negli ultimi 5 anni o forse negli ultimi 20 anni, mantenendoci anche un pò stretti ma poiché sono tanti i problemi e i disastri da risolvere, le cause da portare avanti i settori azzerati e da rifondare che non sapremmo indicare le priorità. Certo seguendo la logica delle necessità sociali che la gente porta sulla propria pelle diremmo la salute, smantellata da tutte le parti con gli ospedali ridotti al lumicino, la viabilità, (Dio ce ne liberi al più presto), la mobilità o trasporti sia su ferro (non esiste più) sia su gomma avvitati in liti contenziosi e quant’altro senza un sistema adeguato, il lavoro che non ce n’è e questa la sofferenza più triste e dolorosa soprattutto per le nuove generazioni quelle che comunque hanno raggiunto titoli di studio universitari con tanti sacrifici.
Continuare a elencare è superfluo perché qui ormai si è creato un vortice che potrebbe inghiottire tutti tanto far scomparire la realtà politica e amministrativa regionale per incapacità ad essere guidata, avvitata su commissariamenti, strozzata da debiti, indirizzata senza alcun ravvedimento da scelte personalistiche che non rispondono a logiche che si ispirano al bene comune a capacità tecniche e professionali, distante dalla lungimiranza di lavorare pian piano almeno su quanto la natura ha offerto al Molise. Di fronte a tanto l’esistenza di una regione così piccola che in sostanza non ha più un’autonomia propria che deve appoggiarsi a questo o a quel provvedimento statale tirando a gestire al minimo la sua ingovernabilità appoggiandosi a questa o quella parte politica nazionale è fortemente a rischio se non al capolinea. Per non parlare di leggi norme quelle poche approvate per le quali tanti sono stati le i richiami le impugnazioni le bocciature da parte dei massi organi costituzionali e dallo stesso Governo.
Il popolo vede osserva e commenta anche su tanto, da qui ha origine, pure, l’assenteismo al voto. La delusione maturata nel tempo è fortissima, il senso di rassegnazione regna ovunque. Ora, però, bisogna riprovarci su 289 candidati c’è molto nuovo. Si spera, perciò, che quella che sta per cominciare sia una campagna elettorale vera, sincera concreta. Non c’è più tempo da perdere o si fanno alcune cose subito con grande senso di responsabilità o la Regione avrà altra nomenclatura con centri di poteri istituzionali portati altrove con grande ricaduta negativa, in particolare, sui tutti noi cittadini. Quanti si mettono in gioco sappiano tanto e non cominciamo da domani con frasi quelli di prima così colà, noi faremo, diremo con il risultato di trovarci sempre al punto peggiore dell’esistenza sociale. I molisani non ne possono più! Chi si candida sappia che il mandato che dovrà affrontare è un lavoro!
il direttore
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