VENAFRO – “Il coraggio di essere liberi”, Antonio Tedeschi candidato di “Costruire Democrazia” per il centrosinistra candidato presidente Roberto Gravina scrive in una lettera aperta ai cittadini.
“Ti scrivo per raccontarti alcune vicende che mi riguardano e altre che riguarderanno il futuro di tutti noi.
Nella mia vita sono partito dal basso, da una famiglia normale che mi ha trasmesso, attraverso l’educazione, un forte senso di responsabilità. Ho sempre pensato che i valori fossero la cosa più importante nella vita, per questo ho messo l’umiltà e il sacrificio sempre davanti a tutto: ho fatto l’operaio forestale, il cameriere, ho lavorato in fabbrica e nel frattempo ho conseguito una laurea in scienze politiche. Ho avviato da diversi anni con mia moglie Melissa un Caf-Patronato ed un centro assistenza agricola nelle sedi di Isernia e Venafro, avendo anche la responsabilità regionale per gli uffici di Campobasso e del Basso Molise. La mia esperienza lavorativa e il rapporto quotidiano con tante persone mi ha consentito di comprendere i problemi reali e le necessità delle famiglie molisane. Oggi sono padre di due bambini e con mia moglie condivido l’amore per il vivere e la passione per il lavoro. In parallelo, però, ho sempre sentito il bisogno di spendere il mio impegno per la comunità con uno degli strumenti fondamentali, un veicolo formidabile che permette di aiutare il prossimo, realizzare azioni concrete e tradurre i valori in atti pratici. Questo strumento è la Politica. Sono troppi anni ormai che assistiamo all’impoverimento della nostra regione che ogni giorno sanguina e sono stanco di assistere a questa lenta agonia di un territorio a cui tengo troppo. Per questo motivo voglio spezzare insieme a te questa catena di potere che ci attanaglia da oltre venti anni e ci impedisce di progredire, di evolvere e affermarsi con un’identità forte e bella.
Ero ad un passo dalla riattivazione dell’Ospedale SS Rosario di Venafro che avrebbe garantito l’emergenza-urgenza a migliaia di cittadini con il pronto soccorso. Il progetto avrebbe allargato il bacino di utenza a oltre 120 mila persone per la provincia di Isernia. Sarebbe stata l’occasione per incrementare i servizi e le prestazioni al Veneziale di Isernia perché avrebbe ospitato pazienti anche dalla Campania, quindi avrebbe aumentato il bacino di utenza e garantito il potenziamento del nosocomio, diventando un punto di riferimento. Questo accordo poteva essere l’apripista per ulteriori collaborazioni con le altre regioni limitrofe per gli ospedali di confine già presenti nella nostra regione. Appena la Regione Campania con atto formale, trasmesso e protocollato presso la Regione Molise, diede la disponibilità a firmare l’accordo (già deliberato da 40 comuni delle province di Isernia e Caserta), ci fu un’accelerazione per estromettermi dal consiglio regionale e bloccare la riapertura dell’ospedale. Pur di fermare me e l’accordo di confine, hanno calpestato tutte le regole democratiche e costituzionali, a tal punto da cambiare la legge elettorale rendendola addirittura retroattiva. Questo è quello che è accaduto a me, nel nostro Molise, quando ho provato a lavorare per l’interesse di tutti e non dei singoli o dei privati. Ho impiegato tre anni e tre gradi di giudizio per dimostrare ai molisani, ma soprattutto ai miei figli, che nessuno è al di sopra della legge. Non ho avuto paura e non ne avrò mai di schierarmi contro coloro che stanno distruggendo la nostra meravigliosa terra.
Il mio obiettivo sarà di continuare sulla strada intrapresa e interrotta (mio malgrado), affinché la rete ospedaliera pubblica, non solo a Venafro ma in tutta la regione, torni a essere efficiente ed efficace, per garantire il diritto alla salute a tutti.
Nel breve periodo da consigliere regionale sono riuscito anche a portare alla ribalta internazionale il nostro caro e piccolo Molise con la proposta del Reddito di Residenza Attiva per le aree interne. Ne hanno parlato in tutto il mondo e in Molise lo hanno insabbiato. Non ci sono parole per descrivere questi atti. Tuttavia, non mi sono mai arreso e sono convinto che, nonostante queste vicende dolorose, ci sia ancora tempo per cambiare il nostro destino. Non può esserci futuro senza diritto alla salute, senza lavoro e senza tutela dell’ambiente. Questi sono e saranno i temi sui quali mi batterò con tutte le mie energie.
Se ritieni che io meriti la tua fiducia e quella delle persone a te care, ti prego di sostenermi perché la mia vittoria sarà la vittoria delle persone libere. Una regione libera deve essere governata da donne e uomini liberi. Liberi di scegliere di realizzare i propri sogni, che diano ai nostri figli la certezza di poter vivere in un ambiente sano, curarsi e lavorare nella nostra terra, nel luogo che amiamo: il nostro MOLISE.”
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