Concorsi pubblici, con la nuova riforma i quiz sempre più importanti
Con l’approvazione in via definitiva del cosiddetto “Decreto PA” (Testo del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44 coordinato con la legge di conversione 21 giugno 2023, n. 74 recante “Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacita’ amministrativa delle amministrazioni pubbliche”), il Governo ha implementato una sostanziale riforma dei meccanismi di svolgimento dei concorsi pubblici. L’aggiornamento normativo si pone come principale obiettivo quello di rendere le procedure concorsuali più snelle ed efficienti, allo scopo di ottimizzare l’iter per l’assunzione delle risorse da inserire negli organici delle grandi amministrazioni centrali. Il provvedimento si colloca, inoltre, nel solco della precedente riforma nonché nella prospettiva di centrare gli obiettivi definiti dal PNRR, tra i quali figura un cospicuo rafforzamento ed efficientamento della pubblica amministrazione.
Ma cosa cambia, in concreto, con la nuova riforma? Le novità più significative sono contenute nell’articolo 1-bis; il dispositivo, stabilisce che “nei concorsi pubblici sono considerati idonei i candidati collocati nella graduatoria finale entro il 20 per cento dei posti successivi all’ultimo di quelli banditi. In caso di rinuncia all’assunzione o di dimissioni del dipendente intervenute entro sei mesi dall’assunzione, l’amministrazione puo’ procedere allo scorrimento della graduatoria nei limiti di cui al quarto periodo”. In aggiunta, il nuovo testo statuisce che fino al 31 dicembre 2026 “i bandi di concorso per i profili non apicali possono prevedere lo svolgimento della sola prova scritta”.
In altre parole, per i prossimi tre anni, molti concorsi – soprattutto quelli che richiedono soltanto il diploma come titolo di accesso – saranno strutturati in modo molto semplice: l’iter di selezione comprenderà solo un test scritto, completamente digitalizzato, in base al quale la commissione preposta potrà stilare le graduatorie di merito (incrociando il punteggio con quello desunto dalla valutazione dei titoli) per individuare le risorse da assumere. Ne consegue che la prova scritta – i cosiddetti ‘quiz’ – assume una maggiore importanza per una larga fetta dei concorsi previsti per i prossimi anni.
Focus sulla prova scritta
La possibilità di ‘rinunciare’ al colloquio orale per la selezione di profili non apicali (e quindi destinati a mansioni di carattere tecnico o impiegatizio) avrà, verosimilmente, due conseguenze. Da un lato, la valutazione dei titoli potrebbe ‘pesare’ maggiormente, nei limiti della discrezionalità concessa all’amministrazione che organizza il bando di concorso; dall’altro, per i candidati sarà molto importante affrontare con profitto la prova scritta. Nelle procedure che prevedono anche l’esame orale, infatti, spesso i test in forma scritta sono uno step propedeutico, che è sufficiente superare con qualsiasi punteggio (superiore ad una soglia minima indicata nel bando di concorso).
Con le nuove disposizioni previste dalla riforma, invece, molte delle possibilità di superamento del concorso passano esclusivamente da un’unica prova scritta (solitamente quesiti a risposta multipla).
Nei prossimi anni, quindi, i candidati che prenderanno parte alle procedure strutturate secondo questo dettame della recente riforma, dovranno concentrare ancor di più le proprie energie sulla preparazione dei quiz concorsi pubblici. Allo scopo, occorre anzitutto leggere con attenzione il bando, dove nella maggior parte dei casi vengono indicati gli argomenti che saranno oggetto della prova. Successivamente, è possibile mettere alla prova le proprie conoscenze avvalendosi della banca dati di un sito specializzato come concorsipubblici.com, per abituarsi allo svolgimento dei quiz entro i tempi previsti.
È molto importante, in tal senso, ‘allenare’ un approccio strategico, tanto semplice quanto universalmente valido: dare priorità ai quesiti di cui si conosce con certezza la risposta esatta, lasciando da parte quelli che generano maggiore incertezza. Inoltre, è bene ottimizzare l’impiego del tempo a disposizione dal momento che, in media, per ogni quesito i candidati hanno, al massimo, poco più di un minuto a disposizione. Così facendo, risulterà anche più semplice gestire la pressione che, fisiologicamente, può subentrare durante lo svolgimento della prova.
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