VENAFRO – A seguito delle innumerevoli voci, congetture e notizie approssimative, il sindaco Alfredo Ricci riepiloga e dà contezza della situazione.
In un post pubblicato sulla piattaforma sociale più conosciuta al mondo e che negli ultimi giorni risulta essere la più utilizzata dai venafrani per esprimere il proprio disappunto e il proprio malumore a proposito della questione conventuale, il primo cittadino di Venafro offre una sintesi di quanto accaduto, sottolineando anche come sia non del tutto semplice arrivare ad una soluzione apprezzata da tutta la comunità. Il sindaco Ricci scrive che sin dal mese scorso ha provveduto ad ottenere notizie certe sulla presunta chiusura della Basilica, “ho cercato allora altri contatti con le stesse AUTORITÀ ECCLESIASTICHE COMPETENTI, non soltanto il nostro VESCOVO, che ha condiviso la mia preoccupazione, ma soprattutto il PADRE PROVINCIALE dei Cappuccini, l’unico competente davvero a prendere decisioni al riguardo. Era il 22 giugno quando cercavo notizie.”
Le motivazioni relative alla chiusura le ha ottenute direttamente dal Provinciale, tanto che quest’ultimo ha specificato come non si tratti di problemi economici ma di “CARENZA DI FRATI nella Provincia cappuccina. Per questo motivo il Provinciale ha previsto che le fraternità di Venafro e di Larino vengano “accorpate”, rispettivamente, a Isernia e Termoli. Materialmente il Provinciale ha assicurato che la basilica e il convento non resteranno chiusi, perché un frate verrà appositamente dal convento di Isernia per tenerli aperti. Stessa cosa mi è stata confermata anche dal nuovo guardiano, Padre Antonio Losapio, con cui ho parlato stamattina per capire come intendano organizzarsi. SOSTENGONO che di fatto il convento non si chiude e che neanche ci accorgeremo di questa che per loro è soltanto una differente modalità organizzativa, che, a detta loro, consisterà nel fatto che i frati non mangeranno e non dormiranno al convento.”
Chiarito questo punto il sindaco non si dice però del tutto convinto e nel post sottolinea che provvederà ad approfondire e definire i termini della decisione.
“In queste ore di preoccupazione stiamo ricevendo tanti contributi di PROPOSTE, alcune da prendere in considerazione e approfondire, altre forse meno praticabili… ma tutte rispettabili e ispirate dal forte legame dei Venafrani con il convento e dall’incredulità per un ridimensionamento che ha il sapore amaro della chiusura. Ovviamente bisogna considerare che queste sono DECISIONI CHE APPARTENGONO ALL’AMBITO DELLA CHIESA, per cui tutti noi, amministratori o cittadini, possiamo provare a partecipare, a dare idee e suggerimenti, a esercitare ogni forma di pressione che sia consentita, ma non siamo noi a decidere, tanto più quando viene posto un problema non di soldi, bensì di numero e organizzazione di frati. QUESTA, ANCHE SE PUÒ NON FARE PIACERE, È LA VERITÀ.”
Le proposte fornite dai tanti cittadini delusi per quanto accaduto sono lodevoli e apprezzabili. La risposta però, come cantava Bob Dylan, soffia nel vento ma se la brezza di Ponente risulta immaginaria come in questa calda estate di metà luglio, la riapertura secondo la volontà dei fedeli resterà soltanto un miraggio lontano.
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