CAMPOBASSO – Non c’è scampo per i cittadini molisani. L’eredità è pesante.
600 milioni circa il disavanzo nel Bilancio regionale, tra sanità soprattutto e mutui lasciati da un passato più o meno lontano e da un passato che si chiama ieri l’altro, portano dritti all’aumento delle aliquote Irpef, quella che riguarda i cittadini che aggiungono al reddito anche beni immobili, Irap l’imposta regionale sulle attività e per finire il bollo auto. Ce ne sono anche altre, ma si riferiscono a entrate che non pesano direttamente sulle spalle dei contribuenti, ma lo potrebbero essere nel momento in cui quest’ultimi programmano o richiedono servizi per l’utilizzo di beni e servizi minori.
Un salto in vanti poderoso, da record, insomma o è così o non si va avanti. Roberti lo ha detto chiaramente nelle interviste a margine delle sue prime uscite ufficiali. Intanto c’è da scalare un muro largo, lungo e alto come quello del bilancio provvisorio, documento rimasto senza il giudizio dell’aula di palazzo D’Aimmo in netto ritardo quindi sulla strada degli atti guida, apripista della programmazione, della gestione e degli investimenti dell’Ente Regione e il Consuntivo, a cui si aggiunge quello del 2021 su cui è intervenuta la Consulta a dargli l’alt.
Roberti ha parlato di sacrifici comuni, in sintesi sostiene che se la Regione deve fare dei sacrifici, è bene che anche il Governo se ne prenda in carico una parte. Chiedere di spalmare una fetta del disavanzo in venti anni, invece di dieci, significa poco o niente, il carico è meno pesante distribuito nel tempo, ma comunque ingombrante per famiglie e quant’altro. Il Governatore inizierà a parlarne oggi in Giunta con i due assessori Marone e Cefaratti appena nominati, consapevole che a questo punto è necessario avere il sostegno e la collaborazione della maggioranza e di un esecutivo da comporsi al più presto, superando le barriere che già si sono alzate sui nomi all’interno dei partiti su scelte che il Presidente vorrebbe fare per l’indicazione dei suoi assessori e che inevitabilmente ora passano alla valutazione delle direzioni romane.
Aldo Ciaramella
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