Agnone Capitale della Cultura, illustrato il dossier della candidatura

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AGNONE – Agnone propone la sua candidatura a Capitale italiana della Cultura e illustra il dossier alla cittadinanza.

Tra le ventisei città italiane e le unioni di Comuni che hanno inviato al Ministero della cultura la propria candidatura al bando ‘Capitale italiana della cultura 2026’ è presente anche Agnone, l’antica città sannita, sede di quello che può considerarsi il più antico stabilimento al mondo per la fabbricazione delle campane.

In un incontro pubblico che si è tenuto presso la sala consiliare di Palazzo San Francesco è stata presentata parte del dossier dal titolo “Fuoco dentro, margine al centro” che dovrà essere completato e inviato al Ministero entro il prossimo 27 settembre; entro il 15 dicembre verrà poi fatta una selezione dalla commissione esaminatrice che provvederà a definire una short list delle dieci città finaliste, mentre la procedura di valutazione si concluderà il 29 marzo 2024 con la proclamazione della città Capitale italiana della cultura 2026.

Il dossier di candidatura è stato compilato confrontandosi anche con chi ha stilato quello di Matera del 2019 e per il suo perfezionamento potrà beneficiare inoltre della collaborazione di associazioni, di enti, dell’Unimol e della Regione Molise, in una unione di forze che ha come scopo precipuo quello di portare alla vittoria la città di Agnone.

Durante la riunione che ha potuto contare sulla presenza di una platea d’eccezione (in aula c’erano il presidente della Regione Molise Roberti, il presidente della Provincia di Isernia e sindaco di Venafro Alfredo Ricci, il presidente della fondazione ‘Ndocciata Beppy Marinelli, solo per citarne alcuni) è stato presentato anche il logo che vede al centro del nome della città il fuoco, simbolo della ‘ndocciata ma anche elemento necessario nell’arte della lavorazione dei metalli.

Il primo cittadino di Agnone Daniele Saia ha tenuto a precisare che la candidatura non riguarda in maniera esclusiva solo la sua città bensì tutto il territorio dell’Alto Molise e l’intera regione; ha fornito inoltre una spiegazione esaustiva concernente la scelta del logo che vede collocato al centro il simbolo del fuoco, andando così a sottolineare quanto sia importante e necessario porgere l’attenzione anche alle aree interne: è il motto del “margine che si fa centro”.

La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà mettere in mostra, durante un intero anno, i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale, inteso come motore di crescita dell’intera comunità.

La candidatura di Agnone a Capitale italiana della cultura 2026 è una magnifica opportunità volta a rafforzare la visibilità di una regione che non riesce ancora a decollare e a proporsi come valida concorrente di altri territori, sebbene possegga attrazioni culturali di un certo spessore che continuano a chiedere solo maggiore cura da parte della classe politica di tutti i tempi. La promozione di progetti e di attività tese alla valorizzazione del proprio patrimonio culturale s’impone in maniera sempre più netta perché è questo il modo più completo e determinante che permette di dare voce al turismo risanando tutte le falle che ne hanno impedito fino ad ora la crescita e la diffusione.

Federica Passarelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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