
CAMPOBASSO – Due giorni alla riapertura della scuole in Molise: il segretario regionale di Uil scuola Nicolino Fratangelo fa il punto della situazione.
“Suona la campanella, annunciando un nuovo anno, ricco di aspettative, ma anche di tanto lavoro, per garantire quel successo formativo agli studenti che costruiranno la società di domani. Debuttano le nuove figure di Tutor e
Orientatore, si continua a lavorare per adempiere alle scadenze del PNRR e dei progetti a valere sui fondi strutturali FSE e FESR.
Tante aspettative che poi dovranno confrontarsi con la realtà:
- Aule mancanti per lavori in corso di adeguamento degli ambienti alle norme sulla sicurezza o addirittura edifici abbattuti e da ricostruire con i fondi del PNRR.
- Calo degli alunni: 700 alunni in meno in Regione; situazione che determina l’attivazione di altre pluriclassi e la formazione di classi fra comuni diversi che aumentano il disagio degli alunni e delle famiglie.
- Personale precario: nonostante la disponibilità di quasi 200 posti vacanti, il ministero ha autorizzato solo 109 immissioni in ruolo, poco più del 50%. Ancora più eclatante la situazione del personale ATA dove su più di 170 posti sono state autorizzate solo 59 immissioni in ruolo.
- Lavoro degli uffici scolastici per individuare gli aventi diritto alla nomina: quest’anno in Molise sono state conferite oltre 1000 nomine ai docenti precari (più di 500 solo sul sostegno) e circa 300 al personale ATA.
- Studio UIL: lo scorso anno la Uil Scuola Rua ha calcolato il costo della trasformazione dei contratti dei 250 mila precari: il risultato è stato 180 milioni di euro, circa 715 euro a precario: nel Molise con appena poco più di 800 mila euro si potrebbero stabilizzare definitivamente oltre 1000 precari. Nella nostra regione rappresenterebbe anche un volano di crescita per l’intera economia e darebbe un freno allo spopolamento;
- Legge di Bilancio: l’intervento sulla scuola (art. 99) prevede un taglio delle risorse e la costituzione delle
autonomie scolastiche con non meno di 950 alunni. Misura che si applicherà dal prossimo anno scolastico e che porterà, nel prossimo triennio, se non ci saranno deroghe, alla scomparsa nel Molise di ben 8 autonomie
scolastiche sulle 52 attuali. Un netto passo indietro, in ogni caso, rispetto alla legge di Bilancio 2022, che per l’a.s 2022/23 e 2023/24 aveva ridotto da 600 a 500 (300 per i comuni montani) il numero minimo di alunni per il riconoscimento di un istituto autonomo. - L’attuazione del PNRR più che una opportunità si sta dimostrando in un aggravio di lavoro per la Dirigenza e per le segreterie sempre più precarie in numeri (sono anni che nel Molise vi è un taglio continuo di organico di diritto con una delle percentuali più alte rispetto alle altre regioni!) Il PNRR doveva contribuire a risolvere i problemi della scuola ma ciò non succede: arrivano tanti fondi che finanziano progetti che non rispondono alle esigenze delle autonomie scolastiche determinando solo un aumento di lavoro burocratico, di assunzione di ulteriori responsabilità nella gestione degli acquisti senza un riscontro nella pedagogia e nella didattica.
Da sempre, affermiamo la necessità che la scuola torni al centro dell’agenda dei governi ma sul serio e non solo
quando si devono trovare risposte ai tanti temi sociali che ci accompagnano in maniera negativa da tanto tempo:
bullismo, violenza, droga, rispetto delle diversità, rispetto delle donne, tutela del territorio e dell’ambiente,
inquinamento e altro; da più parti viene citata sempre la scuola quale soluzione ai vari problemi, ebbene noi siamo dell’avviso che la scuola comunità educante è sì parte essenziale della nostra società ma non si possono “scaricare” su di essa la soluzione di tutti i problemi che ci sono e a cui chi di competenza non sa trovare risposte.
Per prima cosa la scuola ha bisogno di rispetto, esso si ottiene prima di tutto investendo nel personale che ci lavora dando un segnale nel trovare le risorse già nella prossima legge di bilancio per il rinnovo del contratto 2022 scaduto.
Ascolto, condivisione, coerenza, impegno e determinazione sono e saranno alla base della linea di azione sindacale della Uil Scuola Rua.
Nei prossimi giorni la nostra azione continuerà con la condivisione delle nostre idee con i nostri iscritti e simpatizzanti, incontri ed assemblee in cui chiederemo ai lavoratori di esprimersi in merito alla non sottoscrizione della ipotesi di contratto 2019/21. Il primo appuntamento mercoledì 14 prossimo a Campobasso con la presenza del Segretario Generale della Federazione Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile per incontrare i quadri e le RSU della Uil Scuola Molise per dare un contributo alle nostre iniziative.
IL PUNTO SUL CONTRATTO
Ipotesi rinnovo contratto 2019/21 mancata valorizzazione del personale:
Si è conclusa nel pomeriggio di venerdì 14 luglio la trattativa per il rinnovo del CCNL 2019/21 durata poco meno di 14 mesi. Era cominciata il 17 maggio 2022 con l’emanazione del primo Atto di Indirizzo del Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, con alla guida del dicastero dell’Istruzione il Ministro, Patrizio Bianchi. E’ proseguita nel gennaio 2023 con l’emanazione del secondo Atto di indirizzo del Ministro, Giuseppe Valditara.
La trattiva ha avuto un primo momento evolutivo con la chiusura dell’Accordo economico del 10 novembre del
2022 con cui tutte le sigle sindacali (sei) e ARAN hanno convenuto sulla distribuzione di poco più di due miliardi di euro a tutto il personale delle quattro Sezioni che compongono il Comparto Istruzione e Ricerca: Scuola, Università, Ricerca e AFAM. In questa fase sono state assegnate il 95% delle risorse che, come si ricorderà, sono state erogate con la mensilità di dicembre. Il 14 luglio, si è conclusa l’intera trattativa con la definizione della parte normativa e con l’assegnazione: – della parte residua di quella iniziale (5%, pari a 85 mln di €); – l’UNA TANTUM (100 mln di €) stanziata dalla Legge di Bilancio 2023; – 220 mln di € de – finalizzati, inizialmente destinati alla “valorizzazione del personale docente” – 36.9 mln di € per Ordinamento ATA In conclusione, il personale della scuola ha beneficiato di un aumento complessivo della retribuzione del 3.78%.
Al momento della chiusura della trattativa, in sede di dichiarazione di voto, la Federazione Uil Scuola Rua si è così
espressa: “La Uil Scuola Rua, già in sede di apertura della trattiva, aveva esordito definendola una missione
impossibile: poche risorse e troppi obiettivi, peraltro, molto ambiziosi. E così è andata. Nessuno di quegli otto
obiettivi è stato raggiunto (riforma degli ordinamenti del personale ATA e di tutti i settori del comparto, mobilità e formazione del personale, valorizzazione dei DSGA, relazioni sindacali, contrattazione di secondo livello e
procedimenti disciplinari dei docenti), l’ultimo è stato rinviato nel tempo (a sequenza), provenendo già da un altro rinvio, quello del CCNL 2016/18. In un contesto così delineato, non si sono, mai, create le condizioni perché la Federazione Uil Scuola Rua potesse prendere in considerazione la possibilità di sottoscrivere il rinnovo del CCNL 2019/21.
I contratti si sottoscrivono quando sono migliorativi rispetto a quello in corso. L’ipotesi sottoscritta non solo non fa passi di modifiche migliorative delle condizioni di lavoro del personale della scuola, secondo quanto tutti si
aspettavano da oltre venti anni – vedi il caso del personale ATA -, ma in molti casi le peggiora poiché si traduce in
un indebolimento della scuola dell’autonomia e della Comunità educante. E’ mancato il coraggio di fare scelte
importanti e decisive per il futuro dei lavoratori della scuola statale del paese. Ci si è solo preoccupati di rimanere
nel solco del percorso tracciato dalla legge, lasciando al contratto uno spazio del tutto marginale.
Le neo nate figure del tutor e dell’orientatore ne rappresentano la migliore esplicitazione, altro che stipendi
europei. Situazione del tutto analoga quella riservata al personale ATA, Il nuovo ordinamento toglie specificità, lo
omologa a quello delle altre pubbliche amministrazioni, lo sottopone al potere gerarchico dell’amministrazione
eliminando i diritti. Il tutto a costo zero, assaltando in maniera definitiva quello che rimaneva del fondo dell’offerta formativa da cui si pagano tutti gli oneri contrattuali non finanziati dalla legge. Per ultimo, con una mancetta (indennità di disagio, sempre presa dal fondo), si autorizzano i dirigenti scolastici a far turnare gli assistenti tecnici del primo ciclo su tutte le scuole della rete (dieci e più).
Abbiamo lavorato fino all’ultimo momento, in tutti i modi, per introdurre modifiche nelle parti che riteniamo lesive dei diritti del personale. Tra i punti più controversi: il nodo politico sulla mobilità, la mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali, che non convince. È stata una decisione difficile, ma rimaniamo coerenti con la nostra posizione (ricordo la non sottoscrizione del contratto della mobilità – tra l’altro non sottoscritto neanche da altre sigle che, invece, oggi firmano l’attuale ipotesi nonostante il tema della mobilità rimane non risolto).”
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