CAMPOBASSO – Ogni anno, il Giorno della Memoria, istituito con legge nel 2000, ci sollecita a ricordare, a testimoniare e a meditare sui tragici avvenimenti che attraversarono e colpirono l’Europa nella prima metà del secolo scorso, il Novecento; definito, da alcuni storici, non senza ragione, come «il secolo degli Stermini.»
Lo facciamo, sempre, con l’animo colmo di angoscia e di riprovazione.
In merito, il Presidente del Consiglio regionale, Quintino Pallante, ha dichiarato: “Primo Levi sosteneva che “l’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”. Il Giorno della Memoria, voluto dal Parlamento nel 2000, mira proprio ad assicurarsi che questo segnalibro non venga mai tolto dalla coscienza sociale e culturale, sia collettiva che individuale, degli italiani e in generale del mondo. Ciò che è accaduto nella Seconda guerra mondiale a danno degli ebrei, deve essere un monito eterno all’uomo di ogni epoca, affinché abbia consapevolezza di quanto l’odio razziale possa corrompere, imbruttire, screditare e barbarizzare società evolute culturalmente e politicamente come quelle europee degli anni ’30 e ’40 del secolo scorso. Ciò che abbiamo registrato nel mondo, nell’occidente e in Italia proprio in questi mesi, in termini di dibattiti, manifestazioni ed espressione di dissenso rispetto al conflitto tra Israele e Hamas, e alle ragioni che lo hanno determinato, dimostra come le legittime differenti visioni o opinioni sulle ragioni storiche, politiche e religiose che vi sono alla base, possano portare in taluni casi ad una sorta di revisionismo storico da cui riprende vita quell’antisemitismo che così tanti danni ha causato e rischia di causare ancora all’intera umanità. Avere memoria della Shoah, delle atrocità che così largamente si consumarono, ma anche dei tanti piccoli grandi eroi, che in silenzio e in segretezza rischiarono la propria vita e quella di propri familiari per sottrarre uno o più ebrei al tragico destino dei campi di sterminio o alle violenze quotidiane, rappresenta un impegno a tutte le parti in causa sia nel conflitto a Gaza, ma anche in Ucraina e in ogni luogo dove si combatte mossi dal maligno fuoco dell’odio, affinché, pur con le singole ragioni, comprendano che l’unico modo per costruire un futuro giusto per tutti e ciascuno è perseguire la pace, deponendo gli scudi ideologici e religiosi, e aprendosi alla ricerca di soluzioni percorribili che diano soddisfazione alle legittime aspettative di tutti. Il Consiglio regionale tutto, mio tramite, tributa oggi onore e rispetto a quei bambini, a quelle donne, a quegli uomini, a quegli anziani di razza ebraica che furono vittima dell’odio raziale ingenerato dall’ideologia nazista nella Seconda guerra mondiale. Lo stesso onore e rispetto che l’Assise tributa alle vittime di ogni persecuzione raziale, religiosa, culturale, politica e nazionale di ieri e di oggi. Parimenti l’Assemblea esprime la sua ammirazione e gratitudine tutti coloro i quali vollero e seppero, a sprezzo di ogni pericolo, opporsi in varo modi a quel folle progetto di sterminio di un intero popolo. L’auspicio che viene da questo Giorno, quindi, non può che essere che la storia – e in modo particolare le pagine dedicate alla Shoah -, per dirla con Cicerone, “sia vera testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità”. Una maestra di vita che insegni all’uomo del terzo millennio a non cadere negli errori che ha già compiuto nel passato recente, ma a trarre da questi, la forza e la determinazione necessarie per la costruzione di una civiltà sempre più giusta ed evoluta sul piano del rispetto umano e del diritto di ciascun popolo a vivere liberamente la propria cultura e religiosità”.
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