Il Giorno del Ricordo, presidente Roberti: “Le Foibe, drammatica pagina del XX Secolo”

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CAMPOBASSO – Il 10 febbraio, istituita con la legge 30 marzo 2004, si celebra il Giorno del Ricordo, che secondo quanto previsto dal legislatore vuole “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Il presidente della Regione Francesco Roberti sul ricordo della tragedia delle Foibe: “Dopo il Giorno della Memoria del 27 gennaio, ancora una giornata di riflessione su una delle pagine di storia più buie del XX Secolo. Due eventi storici distinti, ma caratterizzati dall’odio e dalla morte senza motivo di tantissimi innocenti. Dopo decenni in cui nei libri di storia non si fece cenno del dramma delle Foibe, della crudeltà con cui tantissimi italiani furono uccisi e scomparsi nelle foibe, di coloro che furono imprigionati e torturati senza motivo, soltanto perché erano italiani che si opponevano alla dittatura di Tito, venti anni fa il revisionismo storiografico riconobbe quelle barbarie, secondo il principio che la storia non si cancella e non si deve oscurare. Da quel momento, tante le testimonianze del dramma degli esuli istriano-dalmati, costretti ad abbandonare le loro case dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia. Storie agghiaccianti che, di anno in anno, tornano vive, grazie alle iniziative organizzate in tutto il Paese. Così come già scritto due settimane fa, queste giornate e tutte le manifestazioni correlate sono fondamentali per tener vivo il ricordo degli errori del passato, far comprendere ai giovani il quadro storico e storiografico, al fine di richiamare quei fondamentali concetti della cultura della pace, dell’uguaglianza, dell’autodeterminazione dei popoli e della libertà. Oggigiorno, stiamo vivendo un periodo particolare, in cui i venti di guerra risuonano in maniera preoccupante e, dunque, occorre richiamare la collaborazione e la solidarietà tra le Nazioni e gli organismi internazionali. L’odio e la sopraffazione vanno messi da parte e, per garantire un futuro roseo ai più giovani, non possiamo che auspicare come pace e civiltà trionfino in tutti quei Paesi in cui, ancora oggi, si sta preferendo la guerra al dialogo”.

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