
VENAFRO – Il concorso “Goccia d’oro” premia l’olio ‘Licinivs’, l’extra vergine del Parco Regionale dell’Olivo.
Indetto nel 2004 per la prima volta in occasione del decennale della fondazione dell’Associazione nazionale “Città dell’olio” e giunto ormai alla sua ventesima edizione, è stato promosso anche quest’anno il concorso “Goccia d’oro”, il premio che individua i migliori produttori di olio extravergine di oliva del Molise.
Presso l’aula magna dell’Istituto Tecnico Agrario di Larino si è svolta, sabato 24 febbraio, la cerimonia di premiazione che ha visto la partecipazione di tanti produttori di olio distinti in diverse classi di appartenenza, come quelle degli ‘Amatori’ e dei ‘Professionisti’. Proprio alla categoria dei ‘Professionisti’ (tali si intendono i produttori che producono oltre 500 kg di olio) appartiene l’azienda Agricola di Ernesto Di Muccio di Venafro che ha visto assegnare al suo Fruttato leggero un’ennesima vittoria importante che va ad aggiungersi ai tantissimi premi riconosciuti all’olio ‘Licinivs’ (si ricorda in ordine cronologico la medaglia d’oro conquistata a Dubai lo scorso novembre).
Nata nel 1948, quella della famiglia Di Muccio è una realtà olivicola che produce l’olio extravergine di oliva ‘Licinivs’ ottenuto dalle olive appartenenti alla ‘Monocultivar Avrina’, una varietà esclusiva di Venafro che si identifica con l’antica Licinia dei Romani. Un olio davvero pregiato che con quest’ultimo riconoscimento continua ad inorgoglire la città di Venafro – famosa per la prelibatezza del suo olio sin dall’antica Roma – e naturalmente il Molise tutto, essendo questo un premio che rappresenta il territorio molisano rendendogli onore. Un’attribuzione di valore che aiuta a mettere da parte la cattiva abitudine di identificare la regione come una terra immaginaria degna delle cronache di Narnia. Invece il Molise in qualche modo esiste e l’olio che le appartiene continua a fare incetta di premi in barba a quei negazionisti della prima ora che amano rincorrere l’agognata visibilità sulle piattaforme vacue dei social network.
Federica Passarelli
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