TERMOLI – L’Associazione Uniti per l’agricoltura che gestisce il presidio dei trattori sito in piazza Donatori di sangue a Termoli, si interroga su quanto accade nella protesta dei trattori in Molise come in tutta Europa e si appella soprattutto al Governatore Roberti da cui attende risposta da giorni per un incontro con tutti gli operatori agricoli autori dei presidi.
Questa la lettera inviata in redazione firmata dai Ragazzi del presidio di Termoli “Arrivati al ventiseiesimo giorno di presidio e dopo ben 4 cortei con i nostri trattori è arrivato il momento di fare il punto della situazione. Ci siamo più volte chiesti se fosse arrivato il momento di “ritirare baracche e burattini” e tornare a lavoro nelle nostre aziende. Siamo coscienti e ci scusiamo dei disagi creati alla popolazione, ai cittadini di Termoli, a insegnanti e studenti delle vicine scuole, a chi per necessità deve recarsi agli uffici pubblici, presso l’ospedale “vecchio”, ma anche alle Forze dell’Ordine, visti i grandi dispiegamenti di mezzi e uomini ad ogni nostra iniziativa. Ritirarci in questo momento significherebbe togliere il “fastidio” a Voi, visti gli scompensi appena citati, ma soprattutto a noi, che ormai da un mese siamo lontani dalle nostre famiglie e da quanto a noi più caro e per cui ci stiamo battendo: il nostro Lavoro. Ritirarsi però significherebbe anche tornare a casa con un nulla di fatto in mano: nella posizione in cui siamo non possiamo accontentarci di promesse o di impegni con chissà quale scadenza; potrebbe essere troppo tardi. Il nostro orologio è troppo vicino alla mezzanotte, e le politiche scellerate accelerano le lancette dell’orologio.
E’ proprio questo a non farci demordere! Anziché’ condannarci e deriderci per i disagi creati, bisognerebbe chiedersi il perché. E’ troppo chiedere un incontro in Regione? Non siamo degni, dopo 26 giorni in strada, di essere ricevuti dalle Istituzioni per poter riportare i nostri problemi? Eppure non si tratta solo di voler raccontare i nostri problemi – che a quanto pare si è dimostrato inutile – siamo pronti ad illustrare delle soluzioni e studiarne delle altre insieme a chi di dovere.
Ci è stato consigliato di trovare alleanza con le associazioni di categoria, quelle che più di ogni altro ci hanno condotto a questo triste epilogo, quelle che nelle riunioni locali, richieste dalle sedi centrali nel tentativo di riavvicinare l’associato, continuano a dimostrarci nient’altro che orgoglio del passato e arroganza riguardo al futuro. Vale la pena continuare a remare in questa direzione?
Or sono ben 16 giorni, dal venerdì in cui il nostro Presidente Regionale diede disponibilità ad incontrarci, ma nonostante tutte le nostre speranze, a tal proposito, non c’è stata nessuna formale apertura a riguardo.
In vista delle elezioni Europee di Giugno, e con un europarlamentare nostro compaesano (secondo eletto di Forza Italia nella circoscrizione dell’Italia meridionale) ci chiediamo come sia possibile non aver ancora suscitato l’attenzione della politica riguardo le nostre problematiche. Se a livello nazionale il settore primario occupa circa il 3.6% della popolazione il valore sale al 7.5% a livello regionale. Per cui se alle nostre richieste d’ascolto la politica risponde con il silenzio, sicuramente dovuto ai molteplici impegni, quando l’8 e il 9 Giugno sarà la politica a chiamare noi al voto dovremmo rispondere allo stesso modo? Visti i nostri molteplici impegni in tale periodo. Eppure in un Paese democratico non riteniamo sia la più opportuna delle soluzioni.”
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