ISERNIA – Ricorre oggi l’81˚ anniversario del bombardamento del 10 settembre 1943. La città si è fermata per ricordare quel tragico evento che seminò morte e distruzione.
Si tenuta, questa mattina, alla presenza delle autorità civili, religiose e militari, la cerimonia dell’81° anniversario del bombardamento del 10 settembre 1943. Alle 10:30 è stata celebrata la santa messa in cattedrale dal vescovo mons. Camillo Cibotti.
Al termine, in piazza X Settembre, si è proceduto alla deposizione, da parte del prefetto Franca Tancredi e del sindaco Piero Castrataro, di due corone d’alloro ai piedi del monumento alle vittime del bombardamento. La cerimonia si è quindi conclusa con la deposizione corona di alloro presso il Museo Civico della Memoria.
Per il sindaco Piero Castrataro questo è un giorno che nessun isernino dovrà mai dimenticare
“Una triste pagina di storia che ha profondamente segnato il nostro popolo ma che ci insegna – ha commentato Piero Castrataro – quanto dal dolore e dal sacrificio sia possibile ricostruire e rinascere. Un giorno che nessun isernino dovrà mai dimenticare. E dal ricordo parte l’incessante impegno alla ricerca della pace e un messaggio di speranza, affinché concordia ed armonia possano guidare un mondo che parla ancora troppo il linguaggio della guerra”.
Alla cerimonia ha partecipato anche la parlamentare molisana Elisabetta Lancellotta che ha parlato di una ferita ancora aperta per tutti gli isernini
“Una ferita ancora aperta per tutti noi isernini! Diverse centinaia di concittadini morirono in quel tragico evento, che all’improvviso cambiò la vita di tante nostre famiglie, portando via gli affetti più cari, le abitazioni, la quotidianità. Oggi, come ieri e come domani, noi – ha affermato Elisabetta Lancellotta – ricordiamo il tributo di sangue che la nostra città ha pagato quel giorno e, per questo, oggi l’Auditorium sarà intitolato al ‘X settembre 1943’, un ricordo che sia monito, in questo tempo di guerre e per le nuove generazioni, a costruire sempre ponti di dialogo e di pace per abbattere muri di guerre e prevaricazioni. Di generazione in generazione, continueremo a mantenere sempre vivo il ricordo dei nostri caduti e della nostra città ferita, in un abbraccio ideale senza mai fine”.
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