CAMPOBASSO – Prosegue il dibattito sul progetto “Pizzone II” di Enel, che prevede la realizzazione di un impianto di generazione e pompaggio nei territori di Pizzone e Castel San Vincenzo.
Dopo l’audizione avvenuta un anno fa in Consiglio Regionale e alla luce delle modifiche recentemente apportate al progetto e del dissenso crescente espresso dalle comunità locali e dalle associazioni del territorio, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Roberto Gravina, ha ribadito la sua posizione.
«Finora abbiamo atteso ulteriori sviluppi sulla base delle dichiarazioni rilasciate da Enel, in occasione dell’audizione che sul tema si tenne in Consiglio Regionale un anno fa, che assicuravano che il progetto non sarebbe andato avanti senza una condivisione con le comunità locali e l’ente regionale», ha commentato Gravina.
Il progetto “Pizzone II” prevede un impianto che comporterebbe un impatto significativo su un’area di grande valore ambientale, all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
«E proprio l’ente Parco, non bisogna dimenticarlo, si è schierato contro l’opera rifacendosi alla legge 394/91 (legge quadro sulle aree protette) che tutela il valore ambientale della zona. Le criticità iniziali non sono state risolte nemmeno con le ultime modifiche al progetto, che hanno comunque portato al rigetto dello stesso da parte delle comunità e degli stakeholder interessati. Registriamo un’opposizione profonda da parte di chi vive in quei territori, e delle varie associazioni ambientaliste che ne tutelano gli interessi. Di conseguenza, di fronte a un tale dissenso netto e ben motivato, ci aspettiamo che Enel onori gli impegni presi e ritiri il progetto “Pizzone II”, così come dichiarato dai suoi rappresentanti un anno fa in audizione in Consiglio regionale, chiudendo ogni discorso in merito, a meno che, a questo punto, non sia proprio il governo centrale, stravolgendo la volontà popolare e quella del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise a riappropriarsi del potere decisionale dando il via libera all’opera, attraverso un apposito provvedimento del Consiglio dei ministri, superando così le decisioni che lo stesso ente Parco adotterà – , ha aggiunto Gravina.- Il nostro dovere è ascoltare le preoccupazioni delle comunità e delle associazioni che operano quotidianamente sul territorio, tutelandolo. Il territorio molisano non può essere oggetto di decisioni calate dall’alto, senza un confronto reale e profondo. In qualità di rappresentanti dei cittadini, dobbiamo difendere il loro diritto a un ambiente sano, tutelando il nostro patrimonio naturale, che è un bene collettivo».
Gravina ha infine invitato le istituzioni locali e regionali a unirsi nel ribadire il loro no a questo progetto, lavorando insieme per individuare soluzioni alternative che rispettino la volontà delle comunità locali e garantiscano la tutela del territorio.
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