
CAMPOBASSO – Sul Parco nazionale del Matese, Corradino Guacci, presidente della Società per la storia della fauna, scrive ai presidenti del Consiglio, della Giunta regionale e ai consiglieri, informando ovviamente anche la stampa.
“Correva l’anno 1980 quando a Boiano si avviarono i primi incontri per promuovere l’istituzione di un’area protetta a salvaguardia e valorizzazione dell’enorme patrimonio umano, naturalistico e storico-culturale del Matese.
Nel 1992, a seguito dell’approvazione ed entrata in vigore della legge quadro sulle aree protette, la n. 394 del 6 dicembre 1991, anche nella nostra regione si operò per recepirne le linee di indirizzo. Un coordinamento di associazioni della società civile presentò in Consiglio regionale una proposta di legge di iniziativa popolare supportata da ben oltre 15.000 firme di cittadini molisani.
Una manifestazione di partecipazione popolare senza precedenti che chiedeva tra l’altro l’istituzione di un parco nazionale sul massiccio matesino.
Purtroppo si è dovuta perdere una generazione, altri venticinque anni, per vederne finalmente la nascita sancita con la legge finanziaria di fine 2017.
Ma sono occorsi ancora altri e sette anni affinché una sentenza del TAR Lazio, quella del 24 ottobre 2024, obbligasse le Autorità competenti a rompere gli indugi e a individuare,
entro 180 giorni, la perimetrazione dell’area protetta adottando le conseguenti misure di salvaguardia.
La bellezza di quarantacinque anni di discussioni, convegni, incontri pubblici durante i quali sono state poste domande di ogni genere, chiarito il significato dei cosiddetti “vincoli” e valutate le prospettive di sviluppo.
Bene, oggi, a pochi giorni dallo scadere del termine c’è chi pensa di rovesciare il tavolo.
Egregio Presidente sono convinto che Lei personalmente, come la Giunta e come tutto il Consiglio regionale siate perfettamente consapevoli della sfida e delle opportunità di sviluppo che attendono la Comunità matesina.
Nel caso aveste qualche perplessità potrei sciorinare un’ampia serie di considerazioni, occupandomi da quasi cinquant’anni di aree protette, ma non voglio tediarvi, vi propongo solo una breve riflessione. Dopo la legge quadro del 1991, sono stati istituiti 21 parchi nazionali sugli attuali 25, più di 120 parchi regionali su 134, senza contare le oltre 500 riserve tra statali e regionali; praticamente ogni regione ha provveduto a tutelare ampie porzioni di territorio.
Il vicino Abruzzo ha aggiunto ai 50.000 ettari dello storico Parco nazionale d’Abruzzo altri e 200.000 ettari con i Parchi della Maiella e del Gran Sasso, oltre a decine di riserve naturali guadagnandosi così il titolo di “Regione verde d’Europa”.
Possiamo sostenere che l’Abruzzo sia una realtà arretrata?
Che la politica delle aree protette nelle altre regioni italiane sia miope?
Non credo voi siate convinti di ciò.
E allora vi invito a rompere gli indugi e a esprimere il favore dell’Amministrazione nei confronti della nascita, finalmente, del nostro Parco nazionale”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA