
ISERNIA – L’Odg Molise aveva condannato le dichiarazioni ed il comportamento del presidente del Consiglio comunale, Sergio Sardelli, nel corso di un accesso confronto verbale con il consigliere comunale di minoranza Cesare Pietrangelo.
Il Presidente del Consiglio Comunale, Sergio Sardelli, in relazione alla nota diffusa dall’Ordine dei Giornalisti del Molise, a seguito dell’ultima seduta dell’assise civica pentra, ha inteso precisar quanto segue:
“È opportuno innanzitutto partire da una puntuale ricostruzione dei fatti, per attribuire a quanto accaduto il senso più compiuto e corretto. Nel corso dell’Assise che si è tenuta venerdì 30 maggio -scrive Sardelli in una nota – si è verificato uno spiacevole e gravissimo episodio: un consigliere di opposizione, con una condotta non rispettosa dei principi contenuti nel vigente regolamento del consiglio comunale, pretendeva di portare la discussione su un tema non all’ordine del giorno.
Nel mio ruolo di Presidente ho più volte fatto presente che era necessario attenersi al punto in discussione, che in quel momento era la richiesta di un minuto di raccoglimento per le vittime palestinesi a Gaza. Il consigliere, sprezzante dei richiami, con fare provocatorio, insisteva nel procedere sottolineando che questioni relative al bilancio fossero più importanti della questione palestinese.
A quel punto, nonostante abbia rassicurato il consigliere sulla possibilità di parlarne in un momento successivo, viste le sue intemperanze ripetute e lesive del decoro della seduta, ho ritenuto necessario allontanarlo dall’aula. Le mie parole, riportate testualmente nella nota dell’Odg, vanno contestualizzate nel momento concitato della riunione consiliare, altrimenti si corre il rischio di attribuirvi un significato distorto e fuorviante.
“Le telecamere al servizio del centrodestra che governa la regione”, “c’è la sua stampa”, “è quello che voleva ottenere”, “adesso la intervistano”, sono tutte affermazioni non dirette alla stampa né alla televisione nel loro complesso, ma riferite solo alle “telecamere” chiaramente riconducibili a una specifica parte politica. A conferma delle mie ragioni, le “telecamere” hanno abbandonato i lavori e seguito il consigliere in questione nella stanza adiacente, con le sue urla udite perfino dall’aula mentre il Consiglio osservava il minuto di silenzio. Come Presidente mi domando: quale comportamento è da stigmatizzare?
L’Ordine dei giornalisti non può far finta di non vedere che durante un importante momento di riflessione comune e sentita, la stampa abbia deciso di spostarsi e seguire un singolo consigliere, espulso per le numerose e provocatorie intemperanze in aula, finalizzate unicamente alla ricerca dell’esposizione mediatica. Nel mio ruolo di Presidente ribadisco che le mie frasi non erano rivolte alla stampa nel suo complesso. Ho rapporti personali e di stima con numerosi giornalisti che svolgono la propria funzione correttamente nel rispetto della deontologia professionale, contribuendo a un’informazione obiettiva e dall’importante funzione sociale.
Alla luce di quanto affermo, ribadisco come non fosse mia intenzione offendere o screditare l’intera categoria dei giornalisti, tuttavia invito l’Ordine a esercitare, con la medesima solerzia dimostrata in questa occasione, quella funzione di vigilanza e controllo legate alla sua fondamentale missione, pretendendo sempre – cito la legge istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti – “il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede”.
Auspico che “ verità”, “lealtà” e “ buona fede” vengano garantite in ogni circostanza, evitando di strumentalizzare l’informazione a fini politici, con il rischio di danneggiare l’intera categoria.
Nel ruolo che con orgoglio e responsabilità ricopro, sono assolutamente consapevole dell’impatto che le mie dichiarazioni possono avere e, allo stesso tempo, del rischio che vengano male interpretate se decontestualizzate. Sono fiducioso nel fatto che, in futuro, ciò non accada”. Christian Ciarlante
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